Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale


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" Infermieri supplenti dei medici di famiglia? Sperimentazioni in corso ma i medici non ci stanno". 
"Gli infermieri avranno un ruolo determinante nella nuova sanità che stiamo costruendo. Anche in tema di cure primarie, offrendo supporto e supplenza per affrontare la carenza di medici di medicina generale. Una sperimentazione in corso presso alcune Asst e che sarà oggetto di valutazione". Queste parole pronunciate dalla vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti a margine del convegno Sidmi (Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche) hanno acceso la bagarre. Il riferimento a infermieri "supplenti" dei medici ha infatti sollevato non poche perplessità, tanto che la stessa Moratti si è affrettata a precisare di augurarsi che "siano supplenze temporanee e brevi" e "che si arrivi più rapidamente possibile a una ridefinizione organizzativa dei medici di medicina generale che permetta alle Regioni di individuare gli ambiti in cui i medici di base sono necessari...".
Articolo pubblicato il 09 Giugno 2022 su DoctorNews33 Il quotidiano online del medico italiano.

EAM 500 pxStudiare seriamente medicina é una impresa eroica. O folle. Sacrificare i migliori anni della propria gioventù notte e giorno su libri di migliaia di pagine. Frequentare reparti dove già a vent’anni ti relazioni con malattie terribili e con la morte. Frequentare la sala settoria e trovare sul tavolo il cadavere di un ragazzo della tua età che il giorno era in un letto d’ospedale o su un motorino che si è schiantato contro un albero. Siamo stati formati nei lunghi anni di tirocinio a essere lucidi, a contenere le emozioni, a non farci vincere dalla paura, a stare freddi davanti a ferite devastanti, alla vista del sangue, al cranio trapanato e a un torace squarciato. A gambe amputate. Davanti a un bambino malato di cancro e non perdere la testa. Devo continuare? Siamo stati plasmati a non cedere all’emozione e a dire verità terribili come una sentenza di morte, a consolare restando centrati sul bene di chi hai difronte. Questa formazione è passata attraverso un apprendistato durissimo. Non tutti sono riusciti a laurearsi in medicina. Tanti hanno abbandonato per strada.
E poi la laurea. E poi i primi giorni di lavoro in autonomia con il cuore che ti batte a mille davanti a un caso difficile, dove la tua opera può portare alla salute, alla vita o alla disabilità o morte.
La nostra vita inesorabilmente cambiata, la nostra famiglia viene dopo molto altro. E molti nemmeno una famiglia si sono potuti costruire perché le priorità erano altre. Stare accanto a un medico impegnato giorno e notte e non padrone del proprio tempo non é affatto facile.

Non ho altro da dire se non che trovo veramente criminale sostituire una figura di questo tipo che ha una preparazione costata anni di insonnia e migliaia di pagine studiate, decine di esami sostenuti, con personale che ha fatto altri percorsi e con una formazione diversa.
I medici curano i malati e gli infermieri si prendono cura dei malati e sono due azioni in sinergia ma non sono la stessa cosa. Il medico e l’infermiere hanno due identità professionali separate e distinte. Lavorare insieme è fantastico perché ci si supporta a vicenda e il malato quando invalido, che non può da solo eseguire le cure, ha un’assistenza completa.
Ernesta Adele Marando Medico Chirurgo


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