Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale

ndrangheta-non-so

MISS ‘NDRANGHETA COME SUGGERISCONO I POLITICI E ACRITICAMENTE I GIORNALISTI? E SE INVECE LA PROCURA GENERALE DI REGGIO CALABRIA FOSSE SOTTO USURA COME SEMBRA SUGGERIRE IL CORAGGIOSO DR. DI LANDRO NELLE SUE PRIME DICHIARAZIONI? PERCHE’ CICCHITTO SUGGERISCE UN’ALTRA PISTA?


Inquisitori di lungo corso ed esperienza sostenevano e sostengono che se le indagini sui delitti non portano a scoprirne i responsabili entro sei ore è possibile che i criminali non vengano più scoperti. Dallo scoppio della ri-bomba sotto l’abitazione del procuratore generale di REGGIO CALABRIA Salvatore DI LANDRO sono già passate circa trenta ore e non si ha notizia dell’individuazione dei responsabili dell’efferato crimine.

Eppure il coraggioso Dr. DI LANDRO sembrava avere immediatamente indicato una pista utile per individuarli e impedire la confusione provocata dalle solite dichiarazioni di politici nullafacenti. Le dichiarazioni del procuratore generale non si prestano a equivoci. La ribomba lo ha colpito mentre la procura generale si trova costretta, come DI LANDRO coraggiosamente denuncia a verificare che «…le macchine blindate arrivano col contagocce e non bastano per tutti,…abbiamo problemi con la benzina e ci dobbiamo affidare ai nostri fornitori, e dobbiamo fare debiti, … le cose non vanno bene nemmeno sotto quel profilo». Ecco tracciata la pista che non lascerà scampo ai responsabili né spazio a perdite di tempo per gli inquisitori di CATANZARO.

Alla procura generale di REGGIO CALABRIA hanno “problemi di benzina” anche “se “le macchine blindate arrivano col contagocce”. Se hanno dovuto “…fare debiti, …” e “… le cose non vanno bene nemmeno sotto quel profilo…” come coraggiosamente denunciato è possibile che la procura generale di REGGIO CALABRIA si sia trovata, suo malgrado, sotto usura? E che questo spieghi perché i politici nullafacenti abbiano subito lanciato la pista di miss ‘ndrangheta per allontanare da ciascuno di se il sospetto di avere creato le condizioni perché la procura generale dovesse “fare debiti”? E magari subire per pagarli interessi e pretese usurai? Noi siamo certi che come coraggiosamente ha denunciato quella situazione il procuratore generale DI LANDRO avrà già fatto ai colleghi inquisitori di CATANZARO incaricati delle indagini i nomi dei creditori della procura generale. E quei brillanti inquisitori - anche quelli costretti per la bisogna a tralasciare eventuali falsificazioni di perizie per acquistare immobili a prezzi stracciati in forza per l’esperienza maturata in quegli uffici -  abbiano già disposto l’acquisizione dei documenti contabili dei “debiti” della procura generale di REGGIO CALABRIA, il controllo delle utenze telefoniche fisse e mobili di creditori e debitori, intercettazioni ambientali, pedinamenti e quant’altro.

Avranno anche attivato qualche pentitista di lungo corso almeno come consulente. E non si siano lasciati abbindolare a seguire una diversa pista investigativa, rispetto a quella coraggiosamente indicata da DI LANDRO, dalle subdole parole dei politici e in particolare dell’onorevole CICCHITTO. Costui, dietro l’apparente solidarietà al procuratore generale di REGGIO CALABRIA, ha tentato di suggerire addirittura che la ribomba sia stata utilizzata nel quadro di una subdola strategia per costringere i politici a desistere dai progetti di riforma della giustizia e a discapito dei magistrati che, come quelli della procura generale di REGGIO CALABRIA, sono costretti a “fare debiti” per farla funzionare. Le agenzie di stampa riferiscono che Giovedì, 26 Agosto 2010, alle ore 12,33, CICCHITTO, si può dire a ribomba calda, dopo avere espresso ''…solidarieta' al Procuratore Generale di Reggio Calabria Salvatore Di Landro vittima di una orribile intimidazione…” e aggiunto che “… La lotta contro la criminalita' da parte del governo Berlusconi e' stata davvero esemplare e ci sono anche i numeri degli arrestati per mafia a testimoniarlo'' con una nota che più stonata non si può nella contingenza, ha aggiunto che di tale lotta sarebbe “… conferma anche il potenziamento immediato della scorta e delle misure a sicurezza del magistrato.” ma “…Attenzione però a non confondere i piani. Magistratura e politica devono viaggiare nel reciproco rispetto su binari paralleli, senza mai sovrapporsi. Nessuno infatti può arrogarsi il diritto di mettere in discussione la legittimità del dibattito politico sulla riforma di giustizia e magistratura''.

La conclusione di CICCHITTO sembra suggerire che la causale della ribomba sia da cercare nel tentativo di “…mettere in discussione la legittimità del dibattito politico sulla riforma di giustizia e magistratura …”. Che significa? Che la ribomba è stata fatta scoppiare da chi ha interesse a delegittimare quel dibattito e quindi ritardare e rendere impossibile la “riforma di giustizia e magistratura”? La causale non è un indizio ma un motivo di sospetto. E mai come in questo momento additare a sospetti dello scoppio della ribomba coloro che non vogliono la “riforma di giustizia e magistratura” e per questo non avrebbero esitato a colpire il procuratore generale di REGGIO CALABRIA significa allontanare le indagini dalla pista dei “debiti”. Coraggiosamente tracciata dal Dr. DI LANDRO.

Reggio Calabria 27 Agosto 2010

Giornale online iscritto il 2/05/2008 al n. 184/2008 del Registro di Stampa del Tribunale Civile di Roma.
Direttore Ernesta Adele Marando. Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.