Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale
cilavegna_px150Da decenni, per legge, la presenza di servizi essenziali in un piano attuativo a destinazione residenziale è una necessità ed un obbligo, ma prima di tutto è frutto del buon senso.   Adeguate aree di verde pubblico e privato, parcheggi auto dimensionati sugli abitanti della zona, strade delle ampiezze previste per la circolazione dei veicoli, ecc. costituiscono quei servizi essenziali e fondamentali per rendere accoglienti, secondo moderni cànoni, i centri urbani dove vive la maggior parte degli italiani. Costituiscono un vero e proprio “diritto” per i cittadini, spesso sono fra i motivi principali per la scelta di una residenza e ancor più spesso sono lautamente pagati dagli stessi cittadini direttamente (es. sotto forma di òneri di urbanizzazione) o indirettamente (es. con l’acquisto di una nuova residenza).    E’ quanto accaduto ad un gruppo di residenti in un nuovo quartiere residenziale di Cilavegna (PV), nella Lomellina pavese, prospera provincia lombarda.

Il piano di lottizzazione di iniziativa privata “Cilavegna est” veniva approvato dal Comune di Cilavegna il 16 dicembre 1991 con tutte le adeguate previsioni di legge riguardo i servizi essenziali. Tuttavia un’area destinata a servizi diventava oggetto della realizzazione di un altro edificio residenziale, in palese violazione dello strumento attuativo approvato (piano di lottizzazione).  Il Comune di Cilavegna, anziché intervenire sanzionando l’intervento abusivo, nel 1999 approvava una variante al piano di lottizzazione (deliberazioni Consiglio comunale n. 22 del 29 aprile 1999 e n. 48 del 29 settembre 1999) per cercare di sanarlo. Successivamente emanava la concessione edilizia n. 10/01 del 26 giugno 2001 e – una volta accertate variazioni essenziali e la parziale difformità dell’edificio realizzato rispetto al progetto autorizzato – emanava anche l’ordinanza di demolizione n. 33/2002, tuttora ineseguita.

Il T.A.R. Lombardia, su ricorso dei confinanti, annullava la variante del piano di lottizzazione (sentenza n. 5838 del 23 ottobre 2003) in quanto il “piano di lottizzazione costituisce uno strumento attuativo predisposto sulla base di scelte concordate fra l’autorità urbanistica ed i proprietari ed imprenditori interessati. Si esplica mediante atti negoziali, compresa la cessione bonaria (per lo più gratuita) di quegli immobili che, altrimenti, l’ente pubblico dovrebbe acquisire mediante l’espropriazione, di modo che allo stesso devono aderire tutti i proprietari coinvolti. Presupposto indispensabile per l’adozione dei piani di lottizzazione è la partecipazione ed il consenso di tutti i proprietari dell’area omogenea interessata (Cons. giust. Amm. Sicilia, sez. giurisd., 2 febbraio 1999, n. 9). Il principio del necessario coinvolgimento dei proprietari dei terreni interessati deve valere anche nel caso di variante del piano di lottizzazione convenzionato di libera iniziativa, che implica l’osservanza delle medesime regole procedimentali stabilite per l’adozione dello strumento urbanistico. Nel caso di specie, i ricorrenti delle aree incluse nel piano di lottizzazione Cilavegna est non hanno chiesto l’approvazione della variante in esame, pertanto i provvedimenti urbanistici oggetto di ricorso sono illegittimi. L’illegittimità delle deliberazioni n. 22/1999 e n. 48/1999 comporta l’invalidità della concessione edilizia rilasciata il 21.6.2001 atteso che il Comune si è determinato sulla scorta di atti viziati in radice e, quindi, in forza di un’erronea rappresentazione dei presupposti di fatto e di diritto”.

Il Tribunale di Vigevano, con sentenza n. 231 del 10 maggio 2005, condannava Valentino Crepaldi, titolare della Euroimpianti s.r.l. (la società costruttrice), Giovanni Massara (progettista e direttore dei lavori), Luigi Giuffrida (titolare della ditta realizzatrice) per reati di abusivismo edilizio, mentre Crepaldi e Massara anche per le false attestazioni di disponibilità dell’area edificata che trassero in inganno il dirigente comunale che rilasciò la concessione edilizia. 

Secondo legge, le opere abusive devono essere demolite e le aree interessate ritornare alla destinazione di servizi (verde pubblico, parcheggi) per il piano di lottizzazione.  Eppure, fra ricorsi in appello, dilazioni ed incertezze, i residenti sono ancora in attesa.  L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico o.n.l.u.s. ha, quindi, inteso sostenere questa piccola-grande battaglia per una migliore qualità della vita inoltrando (10 febbraio 2009) un esposto con richiesta di interventi (demolizione coattiva in sede sostitutiva, ecc.) all’Assessore al territorio ed urbanistica della Regione Lombardia ed al Direttore generale del medesimo Assessorato, al Corpo forestale dello Stato, al N.O.E. dei Carabinieri, al Comune di Cilavegna (Sindaco, Dirigente del Settore urbanistica, Comandante della Polizia municipale) e, per opportuna conoscenza, al Procuratore della Repubblica di Vigevano, al Procuratore regionale della Corte dei conti per la Lombardia ed al Prefetto di Pavia.   Si auspica un rapido interessamento delle Autorità interessate per una definitiva soluzione che riconduca a legittimità una situazione che attende da troppo tempo il soddisfacimento del fondamentale interesse ad una migliore qualità della vita.

p. Gruppo d’Intervento Giuridico  Stefano Deliperi

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it//Cilavegna__nella_ricca_provincia_lombarda__Dove_i_servizi_essenziali_diventano_un_lusso__1968726.
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L'Architetto responsabile dell’Ufficio Tecnico del comune di Cilavegna è stato rinviato a giudizio insieme ai vecchi proprietari per falso in atto pubblico ...
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