Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale
alfred-dreyfuss-didascaliaIl processo di ieri, 5 di Marzo, contro l’Avvocato Lupis, non si è tenuto. Per “contrattempi”vari. Rinviato all’8 prossimo venturo. Da anni ormai a Catanzaro, l’Arena Maxima della Giustizia Italiana. si susseguono le udienze dei processi contro l’avvocato Lupis. Stessa musica. Stessa matrice. Pistola e Calunnia. Calunnia e pistola. Avvitate insieme. Se scaturisce la condanna per la pistola si convalida quella per la calunnia. Il Catanese il già procuratore eccelso di Reggio Calabria ravvisò tale reato nell’Istanza che gli rivolse l’Avvocato Lupis nel chiedergli giustizia. Ecco l’ultima parte della lettera che l’avvocato Giuseppe Lupis  inviò quel malaugurato 13 Gennaio 2004 al Procuratore Catanese, grande interprete del codice penale: “…2g – Alle ore 12 del 13 Gennaio 2004, posto che il sottoscritto non è stato ancora interrogato, ha appreso, dalla lettura della “Gazzetta del Sud” di essere stato indicato – l’esponente ritiene dal dr. MOLLACE in una delle interviste in cui si è prodotto ieri, 12 Gen. 2004, mentre rifiutava sia di interrogare il sottoscritto che di inviare il fascicolo al G.i.p. – come soggetto “misterioso” e già inserito in numerose inchieste, indicate nel giornale, di cui non ci sarebbe stato alcun seguito;
2h – Il che porta il sottoscritto a concludere, allo stato, che non essendo riusciti, coloro che avevano programmato l’“inserimento” del sottoscritto in procedimento per danneggiarlo ( e l’esponente ne è stato all’oscuro fino alla preziosa pubblicazione odierna della “GAZZETTA” ) s’è provveduto a inserire una pistola nella sua sacca da viaggio, all’insaputa del sottoscritto, affidando il seguito all’intelligenza investigativa e capacità professionale del dr. MOLLACE.
Premesso quanto precede che il sottoscritto ha esposto a V.S., tentando di condire con un sorriso la gravità di un comportamento tenuto dal sostituto indicato, nei termini precisati, ai danni del sottoscritto con il solo scopo di diffamarlo e ritardare al massimo l’esame della posizione dell’esponente da parte del Giudice, come sta avvenendo perché ci sono “quarantottore”, per le ragioni esposte e indipendentemente dallo sviluppo che avrà la giornata odierna, il sottoscritto
CHIEDE
Formalmente che V.S., per gravi ragioni di opportunità e per impedire il protrarsi di una situazione che – ancora nelle “quarantottore” – documenta nel suo sviluppo come il dr. MOLLACE non sia idoneo a seguire le indagini sulla vicenda in premessa, voglia avocare a se il processo per ricondurlo nel rispetto formale e sostanziale della Legge e impedendo che il sostituto, professore universitario, ne faccia uno strumento persecutorio non solo ai danni dell’esponente ma della semplice decenza processuale.
Reggio Calabria, 13 Gen. 2004 h.                      Giuseppe Lupis

Alle ore 14,50 è stato notificato all’esponente copia di provvedimento di convalida di sequestro dell’arma ma anche del computer, floppy e c.d., per cui il sottoscritto procede ad autonoma impugnativa ex art. 309 e segg. C.p.p., fermo restando quanto precede.
Reggio Calabria, 13 Gen. 2004, h. 15               Giuseppe Lupis “


Credeva l’idealista Lupis che il Catanese fosse giusto e imparziale e gli consegnò l’arma con cui farsi ammazzare. Chiariamo la metafora. Naturalmente l’arma era questa lettera scritta il 13 gennaio 2004 quando si trovava in carcere   in attesa dell’interrogatorio da parte del chiarissimo pm Mollace Francesco di Casignana per presunta detenzione illegale di arma rinvenuta nella sua sacca a mano consegnata personalmente al controllo del metal detector all’aeroporto di Reggio Calabria domenica 11 Gennaio, due giorni prima. Intorno alle 13 e 30. E per questo arrestato immediatamente e in attesa di processo per direttissima.  Processo che si tenne allo scadere delle quarantotto ore, tempo massimo previsto dalla legge. Una goduria pazzesca tenere in detenzione l’Avvocato Lupis fino al  tempo massimo consentito. Una ossequianza alle Leggi che fa tremare. Forse quelle quarantotto ore sono servite tutte per espletare indagini? Dalla lettera al Catanese pare che indagini vere e proprie non vi furono. Interviste ai giornali si. Un momento di gloria irripetibile! Il Mollace Francesco  integerrimo uomo di legge. 
Il Catanese, procuratore illuminatissimo ravvisò nella lettera che l’Avvocato Lupis gli inviò il 13 gennaio, di cui sotto uno stralcio, estremi del reato di calunnia verso l’amabilissimo Mollace Francesco. Catanese Procuratore e Mollace pm entrambi operanti a Reggio Calabria. Questo uno dei tanti antefatti della storia.

Torniamo all’udienza di ieri, 5 di Marzo. L'accusa gioca sull'assunto:: “uccidere un Curcio che non c’è”. Con una pistola giocattolo mai tenuta peraltro in mano dall’Avvocato Lupis, ma dalla sua assistita, contessa Lucifero. Ora inquilina affittuaria da qualche parte. Sbattuta fuori da casa sua abitata ormai dal Curcio illustrissimo e famiglia.  Presente sempre ad ogni udienza, decine ormai,  l’onorevolissimo pm Francesco Mollace con scorta e i fratellini  Attilio  e Vincenza Matacera.  In compagnia di milite amico, capo del drappello che il 22 settembre 2000 si presentò dalla terribile allora settantacinquenne Enrichetta Lucifero, alta quanto Pollicino e magra da fare spavento, per sbatterla fuori di casa. La sua. Della Lucifero. Un drappello di uomini giovani e forti terrorizzati da una vecchina con un giocattolo in mano. Nemmeno capaci di riconoscere una pistola giocattolo da una vera. Stiamo in sicurezza proprio bene. In un ventre di vacca!“uccidere un Curcio che non c’è”. Con una pistola giocattolo mai tenuta peraltro in mano dall’Avvocato Lupis, ma dalla sua assistita, contessa Lucifero. Ora inquilina affittuaria da qualche parte. Sbattuta fuori da casa sua abitata ormai dal Curcio illustrissimo e famiglia.  Presente sempre ad ogni udienza, decine ormai, l’onorevolissimo pm Francesco Mollace con scorta e i fratellini Attilio e  Vincenza Matacera.  In compagnia di milite amico, capo del drappello che il 22 settembre 2000 si presentò dalla terribile settantacinquenne Enrichetta Lucifero, alta quanto Pollicino e magra da fare spavento, per sbatterla fuori di casa. La sua. Della Lucifero. Un drappello di uomini giovani e forti terrorizzati da una vecchina con un giocattolo in mano. Nemmeno capaci di riconoscere una pistola giocattolo da una vera. Stiamo in sicurezza proprio bene. In un ventre di vacca!

IL PROCESSO contro l’Avv. Giuseppe Lupis dinanzi al Tribunale monocratico di CATANZARO Dr. RIZZUTI proseguirà Lunedì, 8 Marzo 2010. Il giudice dovrà decidere se sospenderlo o meno in attesa della decisione di quello, pendente dinanzi allo stesso Tribunale di CATANZARO ( Dr. PEZZO ) relativo all’accusa di “porto di arma”. L’Avv. Lupis ha chiesto la sospensione del primo, relativo, come scrive, al preteso “attentato alle virtù del dr. MOLLACE” con imputazione per “calunnia” in quanto, anche in tale processo, invece che della pretesa “calunnia” l’accusa non fa che parlare di “porto di arma”. Cioè di quell’arma che a dire del dr. CURCIO,  “potente p.m. d.d.a. a CATANZARO” doveva servire per attentare alle sue virtù il 22 Settembre 2000. Stavolta “uccidendolo” invece che – come nel caso del dr. MOLLACE – “calunniandolo”. Secondo quanto stabilito il 15 e il 18 Gennaio 2010 i due processi, per due accuse diverse, hanno lo stesso imputato ( Lupis ) e lo stesso oggetto ( accertamento sull’arma ). E, sempre secondo la difesa dell’Avv. Lupis, dovrebbe celebrarsi a SALERNO. Sede giudiziaria competente per i procedimenti in cui sono imputati o persone offese magistrati di CATANZARO. Il dr. CURCIO e i suoi complici sono stati giudicati a SALERNO, imputati nel processo relativo agli abusi e ai falsi nel quale l’Avv. Lupis ha ottenuto, a Gennaio 2001, dal G.i.p. di SALERNO il provvedimento con il quale è stata restituita alla Contessa LUCIFERO la casa di abitazione dalla quale era stata cacciata dal dr. CURCIO il 22 Settembre 2000. La sentenza della Corte d’appello di SALERNO la ritenuto  che il dr. CURCIO e i complici hanno agito  utilizzando la “falsità della perizia SARCONE” anche se i reati sono stati dichiarati prescritti. Ora CATANZARO preferisce tenersi il processo in cui il dr. CURCIO si è dichiarato “persona offesa” invece di inviarlo a SALERNO dove l’Avv. Lupis corre il rischio di essere assolto.

Il direttore di J'Accuse... ! Roma 06 Marzo 2010 
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