GIUSTIZIA ITALIANA FARLOCCAMagistratura italiana. Michele Nardi massacrato in un processo iniquo e ingiusto. Luca Palamara non viene processato ma viene espulso dalla magistratura senza processo. Per punirlo e scaricare su di lui solo le responsabilità di centinaia di pubblici ministeri. Sul principio aberrante per cui “ nessuno ha il diritto di processare la magistratura, neanche la magistratura “

 “Processo a Palamara non si farà: nessuno ha il diritto di processare la magistratura, neanche la magistratura” di Piero Sansonetti su “ilriformista.it” di ieri 20 Settembre 2020.  
 "… La Procura generale ha chiesto al Csm di affermare un principio che resti saldo come il cemento. Il principio che nessuno può processare la magistratura, nemmeno la magistratura. Il Csm ha accolto la tesi del Procuratore generale e ha seppellito il processo a Palamara. Il processo non ci sarà, a nessuno interessa sapere come vanno le cose in magistratura, Palamara deve essere condannato ed espulso dalla magistratura perché solo così si salva il silenzio e l’onore. “

Si parla di onore! Si salvi l’onore. Di quale onore parliamo? L’onore è morto. Non si può salvare perchè è stato assassinato da tempo. Si salva solo il silenzio con l’omertà!
 
Una domanda è necessaria dopo la lettura di questa notizia dove la magistratura deve salvare la magistratura con il silenzio. Com’è che invece dal 14 gennaio 2019 si è attivata una gran cassa con la banda a denigrare il magistrato Michele Nardi? La stampa e il Tribunale di Lecce si sono scagliati con una ferocia inaudita contro il Giudice Michele Nardi della Procura di Roma e si vuole il suo scalpo a tutti i costi. Michele Nardi, uno tra i migliori Giudici della Procura di Roma alla sbarra da quasi due anni con false accuse perchè mai provate.AFFAIRENPAM 983410FC 0BA1 4967 9A7F E85FA126026B
Il fatto è che ormai gli ordini li fanno alcuni pubblici ministeri e i giudici eseguono.
Se qualche pubblico ministero - vicenda Dr. Nardi - ricerca la verità e la tutela dei diritti dei Cittadini, questo pubblico ministero va eliminato.
É quanto accaduto con la sottrazione al Dr. Nardi del processo dopo che aveva chiesto al tribunale di Roma di fissare l’udienza per la celebrazione del processo immediato nei confronti del presidente Enpam Alberto Oliveti, della sua segretaria Antonietta Aureli e del concorrente nel reato di truffa, ai danni della dottoressa Marando, Ivo Cremonini presidente Conit.
Cui è seguito il visto del procuratore generale Pignatone dell’aggiunto Cucchiari per procedere nei confronti dei responsabili, nello stesso contesto, per reati associativi, coinvolgenti altri dipendenti Enpam a livello apicale per fatti risalenti e denunciati fin dal 2012 almeno.

Nello stesso momento in cui, a livello apicale, il presidente dell'Enpam Alberto Oliveti Oliveti e il suo sostituto vicarioSciacchitano senatoIMG 3839, Gianpiero Malagnino, eliminavaoliveti.malagninono dalla consulta ENPAM il Prof. Gian Salvo Schiacchitano per avere, nel suo ruolo istituzionale, segnalato la necessità di indagare su gravi perdite, per milioni di euro nella gestione dell'Enpam; ovviamente dopo averlo convocato perché sconfessasse la segnalazione delle perdite ricavandone il rifiuto imposto dalla funzione istituzionale assegnatagli.
(ndr - cliccando a sinistra sull'immagine del Prof. Giansalvo Sciacchitano si visualizza il video del suo intervento al Senato il 16 Settembre u.s. 2020 )

Mentre ciò avveniva, a conferma della necessità dell'indagine sull'"associazione",  invece dell’avvio del processo per associazione, si è proceduto prima all’incriminazione e all’arresto del pubblico ministero Dr. Michele Nardi. Lo stesso giorno in cui, il 13 gennaio 2019, in tutta Italia si svolgevano, giustamente, interrogatori di oltre venti pubblici ministeri indiziati di reati molto più gravi e per cui rispondevano e rispondono, ancora giustamente, nello stato di libertà per potersi difendere e spiegare le loro ragioni. Il Dr Nardi ha subito invece, caso unico nella storia giudiziaria italiana, una carcerazione preventiva di 17 mesi, che ha assunto fin dall’inizio carattere di tortura come lo stesso ha potuto evidenziare solo  all’inizio del processo pubblico nei suoi confronti. Processo “illustrato” da giornali prezzolati che, mentre risultavano dal pubblico dibattimento prove evidenti dell’innocenza del Dr. Nardi, continuavano a tentare di svalutare quelle prove di innocenza. Anche nascondendone l’evidenza e il valore decisivo  , che avrebbero dovuto portare - e ancora oggi dovrebbero imporre in un paese civile e in un processo celebrato da giudici indipendenti e imparziali - quanto meno alla immediata liberazione dello stesso Dr. Nardi come dispone l’articolo 129 del codice di procedura penale.

Al contrario, con scuse risibili, si è consentito, tra le tante violazioni del diritto di difesa, che fosse rinviato il contro interrogatorio, da parte della difesa del Dr Nardi, di un cosiddetto “ teste chiave” dell’accusa dopo che costui aveva dichiarato di avere avuto “ sospetti” sul Dr Michele Nardi dalla sua postazione in Barletta nell’anno 2015. Senza che nessuno ricordasse o volesse ricordare come il Dr Nardi dal 2006 - nove anni prima - si trovava a Roma mentre tra Barletta, Trani, Lecce e altrove altri magistrati svolgevano attività corruttive e, alcuni di essi, sono stati anche condannati con sentenza di primo grado, ma giustamente, come dispone la Legge, continuano a essere assistiti da presunzioni di innocenza. Nel silenzio di una classe politica incapace di reagire dinanzi a simili realtà. Addirittura rifiutando, come ha fatto la terribile e ridicola commissione parlamentare di inchiesta cosiddetta antimafia, di indagare sulla magistratura che si comporta con modalità mafiose ai danni di altri magistrati che operano nel rispetto della Legge. Il tutto mentre, due giorni prima dell’avvio delle elezioni in corso per il rinnovo di sette consigli regionali e per un referendum, quella commissione, per bocca del suo presidente, si permette di denigrare senza prove per bocca del presidente cittadini concorrenti nelle elezioni. A S conferma del degrado istituzionale nel quale si è caduti in quella che già trent’anni fa “ L’osservatore Romanó” ha definito come “ una repubblica pentitocratica che galleggia su un mare di comunicazioni giudiziarie”. Senza nessuna reazione. Almeno di dignità se non di giustizia.
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