Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale
Seconda parte della richiesta di giustizia formulata dall’avvocato Avvocato Silvio Ulisse. La prima parte è stata pubblicata su questo giornale il giorno 23 luglio 2020 con l’articolo dal titolo: La rete di potere di cassa forense adepp enpam e loro presidenti. L’arresto del P.M. dr. Michele Nardi fermato nelle sue indagini su enpam ha qualcosa a che fare?

oliveti lucianoPremessa di redazione: Ritenendo l’avvocato Ulisse che le questioni che riguardano l’ENPAM ed il suo Presidente dott. Oliveti oltre ad avere un risvolto di responsabilità penale e civile spiegano degli effetti anche in sede disciplinare, in quanto in aperta violazione sia delle norme proprie del Codice deontologico di categoria che di quello interno dell’Enpam medesimo, in ragione di ciò, il predetto, ha provveduto ad inoltrare in data 19 e 20 agosto scorso a tutti gli Ordini dei medici d’Italia nonché al Comitato di controllo interno dell’Enpam, una ulteriore nota esposto documentata il cui testo integrale è riportato qui di seguito nella speranza che gli stessi organi prendano i dovuti provvedimenti

Ecco la nota esposto dell’Avvocato Silvio Ulisse
“ E adesso mi rivolgo al Presidente di Adepp e di Enpam:
* * *
(...) Le commistioni di interessi non si contano, e quante ne ho segnalate. Si pensi a quella della società AM Trust che conferiva incarichi a Nunzio Luciano ed alla sorella Carla per difendere ASREM, l’Azienda sanitaria regionale del Molise (asrem.gov.it) “Pubblica”. Ma se gestendo la Cassa ed avendo stretti rapporti con Nicola Lucarelli, e addirittura continuando anche durante il c.d. lockdown a dirottare gli iscritti (Colleghi) sulle strutture sanitarie “private” come fai a curare gli interessi di tutti? del Pubblico poi. Cassa degli avvocati che inconfutabilmente ha stretti rapporti anche con l’ENPAM di Oliveti e certo mondo delle strutture sanitarie private, o sbaglio? Ed ammesso e non concesso che si possa, il Codice Etico di cui alla L. 247/2012, e gli altri sopra citati, tutto questo non lo vietano?
Questa mescolanza di interessi forse spiega tante cose, soprattutto l’accanimento in ogni sede, penale, civile e disciplinare, nei confronti di chi decide di portare all’Attenzione degli iscritti e delle Autorità dello Stato informazioni di notevole interesse Pubblico.
E sono sempre più convinto, a questo punto, che questo sia avvenuto anche nei confronti del Giudice Michele Nardi sebbene qui quel sistema “illegale con protezioni multilivello”, vero e proprio “reticolo”, che orbita intorno alle Casse per spremerle per i propri personali vantaggi, si è superato.
Un giudice stimato e conosciuto per essere persino “severo” oltre la media, che si trova catapultato “improvvisamente” in un incubo surreale proprio quando si avvicina al mondo delle Casse previdenziali, nello specifico ENPAM, e rinvia a giudizio Alberto Oliveti, la sua segretaria Antonietta Aureli e il presidente di Conit Ivo Cremonini, per una presunta “truffa” nella vendita degli immobili di proprietà dell’ENPAM. Riuscendo così, i predetti personaggi, a svignarsela da un processo penale (Pubblico!) oramai certo.
Ancora una volta chi tocca i fili delle Casse… muore.
E la curiosità su “chi” abbia chiesto, e in cambio di cosa, di tirare in ballo il Giudice Nardi, con false accuse, nel procedimento sulla giustizia truccata a Trani, è tanta.
Perché a questo "chi" Alberto Oliveti e gli altri rinviati a giudizio devono sicuramente molto.
Ma quello che lascia perplessi è la freddezza e indifferenza della Procura di Roma verso uno dei “suoi” più validi magistrati. Soprattutto quando le anomalie e le strane coincidenze diventano in numero esorbitante.
Sono sicuramente accadimenti documentabili, e di estremo interesse, che il più grande “accusatore” del Giudice Nardi nel succitato procedimento, e da cui è già venuto fuori nelle ultime settimane che una testimone chiave del succitato processo (bollato come “Giustizia Truccata” dalla stampa) ha mentito proprio come gli era stato richiesto – e come la stessa ha riferito durante il pubblico dibattimento – dal predetto sentendosi obbligata poiché dal medesimo è mantenuta insieme a sua figlia. E mi riferisco proprio all’imprenditore Flavio D'Introno in quale ha singolari connessioni [9] con la segretaria personale del dott. Oliveti (v. e cfr. gli allegati sempre unitamente alla nota n. 9).

E adesso mi rivolgo al Presidente di Adepp e di Enpam:
Lei forse ricorderà il mio nome. Perché tempo addietro mi ha risposto su invito del Ministero del Lavoro. La famosa lettera Prot. 199 del 3 agosto 2016 [10] dove lei affermava di non essere in possesso dei dati tecnici circa la sostenibilità delle Casse associate di cui è ancora oggi Presidente e nonostante continui da anni a predicare a mezzo stampa e conferenze che le Casse hanno sostenibilità a cinquant’anni ed è sempre pronto ad investire la provvista previdenziale dei colleghi cavalcando i mercati di quelle società alla quale “non” mi risulta poi tanto estraneo.
Forse potrebbe conoscermi, vista la vicinanza di poltrona con il suo vice in Adepp (addirittura ai tempi della succitata lettera protocollo la ricevuta di ritorno era timbrata e firmata da Cassa Forense!) o nel Cda di F2i, ma se non lo sa glielo accenno: come l’avvocato querelato dalla Cassa Forense e dal suo intero Cda, perché scrivo “note unificate” a destinatari Istituzionali esplicitando di volta in volta gli “anomali intrecci” di chi gestisce i carrozzoni previdenziali. Perché glielo dico?
Perché ho potuto constatare che anche lei ha scritto una “nota unificata”, che le allego, dove ci sono particolari che non mi quadrano e, strettamente, legati proprio alla vicenda del Giudice Nardi ed alla vendita degli immobili dell’ENPAM. Nella nota del 25 febbraio 2020 lei anticipa, e annuncia, ad esempio, che la dott.ssa Marando è indagata presso la procura di Roma. La dottoressa non ne sapeva nulla. Riceverà la notifica tre mesi dopo, esattamente il 22 maggio 2020 e lo comunica al solito con un articolo sul suo giornale J’Accuse col titolo “Enpam. Il presidente, l’arte della divinazione e il divino Otelma(v. allegati). La firma sul dispositivo notificato che dispone l’iscrizione al registro indagati della dott.ssa Marando, su sua querela per calunnia a mezzo stampa, è del dott. Pioletti.

lupis nardiAncora lei afpignatone 5D2D4D3B 4076 44AD 9A69 89ED7C917108ferma che “(…) La pretesa non venne considerata perché avrebbe significato svendere, a vantaggio di qualcuno, una parte del patrimonio di tutti.”. Quanto l’appartamento è stato venduto alla cugina di Antonietta Aureli, la milionaria imprenditrice Alessandra Magnante, ad un prezzo “inferiore” [11]. Dice ancora che il Giudice per le indagini preliminari ha archiviato il caso ed a fine lettera incita gli “(…) appassionati di cronaca” a fare ricerche per vedere chi siano l’avvocato “Lupis” e il “pm Michele Nardi”.
Lo scrivente lo ha fatto, e proprio per questo noto eccessive anomalie. Come parimenti noto che non ha invitato i destinatari della sua nota e gli appassionati di cronaca a vedere chi fosse “Pignatone”, ovvero il procuratore capo che, insieme al suo aggiunto dott. Cucchiari, avevano firmato la relazione di sollecito al Tribunale inerente al provvedimento del P.M. Michele Nardi per procedere per ipotesi di reati associativi (v. sempre gli allegati). Che si è guardato bene dall’allegare alla sua nota unificata. La firma sul documento con l’autorizzazione a procedere era del 7 novembre 2018. Dopo poche settimane il procedimento gli fu sottratto e trasferito ad altro P.M, proprio il succitato dott. Pioletti. Il 13 gennaio successivo (2019) il sostituto procuratore Michele Nardi fu arrestato [12].
Al momento qualcosa di similare ritengo si stia perpetrando proprio in danno del dott. Giovanni Janni Alice – già Presidente della società cooperativa Domus De Carolis di via Ennio Quirino Visconti 85 coinvolta nella presunta truffa associativa di cui ai succitati provvedimenti – che a dicembre 2020 dovrebbe lasciare l’attico “attiguo”, guarda tu il caso, a quello della Aureli al quinto piano di via Ugo De Carolis 93. Per essere infine anche questa volta acquistato e inglobato dalle solite parentele e o amicizie?
Allora mi domando, e vi domando, se non sia il caso che anche su Roma qualcuno della Procura della Repubblica si attivi “concretamente” e approfondisca l’oscura vicenda Nardi la quale pare avere “stretti legami” con il mondo tutt’altro che trasparente delle Casse previdenziali (v. allegati e note).
Quanto all’avvocato Lupis constato che è stato assolto pienamente da false accuse. Inoltre, da avvocato di lunga data quale è, scorgo che è stato difensore in vicende giudiziarie che hanno addirittura fatto, come si suol dire, “giurisprudenza”.
In più le gravi vicende di ENPAM vengono citate in interrogazioni parlamentari come quella promossa dal senatore Lannutti [13]. Lo stesso lamentava gravissime irregolarità in ENPAM, la Cassa da lei presieduta dal 2014. Alla quale non mi risultano essere seguite specifiche querele a difesa del buon nome dell’Ente: sbaglio?
E poi, dott. Oliveti, lei dice nella lettera che alcune persone sono a lei “assolutamente sconosciute”. Eppure da eventuali condotte illecite di questi lei se ne sarebbe avvantaggiato eccome. Allora le chiedo: lei era a conoscenza e o ha mai sospettato comportamenti illeciti da parte delle persone che asserisce “assolutamente sconosciute” e quelle a queste collegate ma a lei molto molto conosciute e o vicine? visto e considerato che si tratta della sua segretaria personale ovvero di una signora la cui famiglia ha fatto e fa ancora incetta di appartamenti di pregio dell’Enpam acquistando a mano a mano interi stabili? Ai fini del mio studio ed approfondimento della vicenda va benissimo che lei formalizzi, da presidente di Enpam e, dunque, da Pubblico Ufficiale, un semplice “no”.
In ogni caso dovrebbe dare spiegazioni riguardo il contenuto della lettera spedita da Verona e datata 13-03-2018, che si allega, la quale racconta una ben diversa versione dei fatti che la riguardano in prima persona proprio quale Presidente dell’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri. E così, gioco forza, l’ENPAM stesso, ma anche le Procure e i Ministeri Vigilanti, dovranno prendere provvedimenti quantomeno per approfondire le questioni trattate.
Concludo ricordando che seppur vero che non sempre dal conflitto di interessi e dalle amicizie scaturiscono condotte penalmente rilevanti è altrettanto vero che possono integrarsi quando su più livelli ci si organizza per mantenere ben saldo il “controllo” della gestione di un Ente e delle sue risorse – che ricordo essere provvista previdenziale del 1° pilastro della “Previdenza Sociale” –per fini personalistici e di propri collegati persone fisiche e o giuridiche che siano. E persino quando questo avvenga unicamente con un “consenso tacito” e o un “comportamento silente” conoscendo che qualcuno si stia adoperando per compiere illeciti dai quali, se pur “non” direttamente commessi, si è consapevoli che si potrà trarre individuali vantaggi.
E chi ha orecchie per intendere intenda.
Si resta a disposizione delle Autorità per qualsiasi informazione e o chiarimento.
Le note che seguono costituiscono parte integrante di quanto precede.
Invito pertanto lo Stato, ancora una volta, a mezzo dei suoi funzionari di non volgere la testa dall’altra parte.
Attendo risposte.
Cordiali Saluti
Pesaro, addì 23 Luglio 2020.
Avv. Silvio Ulisse
“Se inviata a mezzo p.e.c. la firma è apposta digitalmente ad ogni effetto di legge.”
* * *
POSCRITTO: “Il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista” - cit.
Note:
[1] Tribunale di Larino, Sezione Lavoro, proc. RG. n. 690/2015 – Sentenza n. 175/2016 pubbl. il 20/04/2017 (v. allegati);
[2] v. allegati;
[3] era il 17 marzo 2020, quando lo stesso Luciano, in un intervento in streaming nelle veci di Cassa Forense, comunicava agli iscritti, vantandosene, di aver telefonato “personalmente” ad “Intesa Sanpaolo” per far sì che gli iscritti in difficoltà della Cassa Forense potessero accedere a prestiti bancari agevolati. Palesando così di avere stretti rapporti col predetto istituto;
[4] a titolo esemplificativo e non esaustivo v. Corte di Appello di Lecce Sezione Lavoro n. R.G. 724/2015, sentenza n. 1057/2019 pubbl. il 13/12/2019: Cassa Forense (appellante) contro Equitalia Servizi di Riscossione e avv. Petraroli (appellati);
[5] v. art. 18 L. 247/2012 e sent. Cassazione n. 30571/2019;
Nunzio Luciano è già “automaticamente decaduto” dalla carica per incompatibilità ex art. 18 della legge 247/2012 e delle norme statutarie dell’Ente (v. lo Statuto di Cassa Forense e, ad esempio, il combinato disposto degli artt. 32 e 27 del medesimo: è lo stesso art. 32, al punto 3, che chiarisce coerentemente quanto già chiaro, ovverosia che l’articolo 27 dispone casi di “automatica decadenza”). E ciò in relazione alle posizioni rivestite (member board) già dal 2017 nei CDA nella TOTI HOLDING SPA di Roma e, poi, senza soluzione di continuità, nel 2019 della F2i SGR SPA di Milano con poteri di gestione “certificati” nella governance delle società citate.
Sul punto si è più volte espresso il Consiglio Nazionale Forense confermando che non è certo la rappresentanza della società che genera l’incompatibilità, né la possibilità di ricevere pagamenti da parte di terzi in nome della persona giuridica rappresentata, ma che il discrimine è l’attività gestoria, sia essa svolta individualmente (per delega) o collegialmente (CDA). Così nel parere del CNF n. 17 del 16 gennaio 2019 (richiesto dal COA di Roma) ed in quello n. 45 del 21 giugno 2017, in cui il Consiglio Nazionale Forense ha confermato l'incompatibilità in presenza di identici poteri gestori.
I poteri gestori certificati dalle visure di F2i sono conferiti a “tutti” i consiglieri “espressamente” e illimitatamente. Non servono quindi singole deleghe che nessuno per la predetta ragione può trovare. E la L. 247/2012 expressis verbis dichiara incompatibile con la professione forense la carica di “consigliere delegato di società di capitali, anche in forma cooperativa”.
E la stessa Cassazione ha affrontato il tema ribadendo con giurisprudenza costante anche circa gli effetti della incompatibilità di una eventuale delibera del Consiglio dell’Ordine di appartenenza del professionista che versi in tale stato e non ne deliberasse la cancellazione ritenendola: “tamquam non esset”.
La grave inerzia degli organi dell’Ente nell’applicare le norme ed allontanare il predetto Luciano, malgrado la documentata c.d. “automatica decadenza” di cui alle norme statutarie, ed i cui effetti sono la conseguente cancellazione con effetto retroattivo, ex tunc, dalla Cassa Forense e, pertanto, come se non fosse mai stato iscritto per gli anni 2017 2020, è dovuta unicamente al fatto che gli stessi organi dell’Ente sono a vario titolo compromessi (v. allegati);
[6] per la prorogatio avrà avuto il consenso dei Ministeri? Non è dato sapere. Ma nel caso si tratterebbe di qualcosa di interessante ed inspiegabile visto che una altra Cassa, l’Enasarco, in queste ultime settimane proprio per non aver provveduto al rinnovo delle cariche come per legge e Statuto dell’Ente ha rischiato un commissario ad acta per il voto mentre all’orizzonte si profila il rischio che le delibere adottate negli ultimi mesi siano passibili di danno erariale!
[7] v. a titolo esemplificativo e non esaustivo: Cassazione civile sez. lav., 20/05/2019, (ud. 08/01/2019, dep. 20/05/2019), n.13517;
[8] cfr. a titolo esemplificativo e non esaustivo Cassazione Penale, Sez. 6, Sentenza n. 23236 del 17/02/2016 Ud. (dep. 01/06/2016): le Casse previdenziali della L. 509/1994 sono dunque pubbliche amministrazioni ed ai loro presidenti correttamente riconosciuta la qualifica di pubblico ufficiale;
[9] interessanti e curiosi collegamenti riguardano tutti gli attori della vicenda Marando Nardi: proprio dalla vicenda che coinvolge l’ex presidente di ANM Palamara, prosciolto dall'accusa di corruzione, giunta alle cronache in queste settimane, che risulta avere il controllo di uno stabilimento vicino a Olbia attraverso il commercialista romano Andrea De Giorgio. Lo stesso De Giorgio avrebbe dichiarato di aver sottoscritto le quote di una società, la Kando Istana Beach (costituita per svolgere attività di bar e altri esercizi simili), per Palamara e di avere questa società con tale Federico Aureli e Federico Crotti. E proprio il secondo socio alla quale Palamara si rivolgeva lamentandosi della gestione del lido è proprio il “Federico Aureli” titolare di una concessionaria di moto su Roma il quale, dopo aver inizialmente negato ogni coinvolgimento dell’ex Anm, quando i pubblici ministeri gli contestano i messaggi scambiati proprio col Palamara e le molteplici telefonate a proposito del bar, cambia versione, ammettendo di essere a conoscenza che De Giorgio figurasse al posto di Palamara (cfr. sempre gli allegati).
Ebbene, tale Federico Aureli altri non è che nipote di Antonetta Aureli a sua volta cugina di Alessandra Magnante la quale aveva già quasi tutto lo stabile di via Ugo De Carolis 93 a Roma dal 1993. Al terzo piano fino a circa otto nove anni fa vi abitava nello stesso stabile Sveva Magnante, madre del dott. Aldo Avincola e marito di Antonietta Aureli la segretaria personale di Alberto Oliveti. Il dott. Avincola aveva un appartamento al quarto piano che utilizzava come studio medico anche se non avrebbe potuto (una delle innumerabili questioni che meriterebbero approfondimento nel mondo ENPAM che qui sarebbe eccessivo esplicitare nel dettaglio: basti dire che qualunque altro affittuario, come da contratto, sarebbe stato sfrattato su due piedi se solo avesse utilizzato l’immobile come studio medico ma quando si è ben inseriti in certi ingranaggi ovviamente tutto è permesso – v. allegati, foto dell’ASL Piazza S. Zaccaria Papa 1 di Roma, dove si evince chiaramente che in questo studio faceva il medico di base, dunque medicina convenzionata, in modo “illegale”). Il medesimo Avincola medico di medicina generale abita con la moglie Aureli all’attico della scala sempre in via Ugo De Carolis 93, al quinto piano interno 20: mantenendo però, sempre la Aureli, la residenza a Terrata di Golfo Aranci dove con i figli possiede altri immobili.
Sveva Magnante era la sorella di Romano Magnante della ditta Magnante in via Trionfale a Roma dove l’azienda si è trasferita nel 1966 facendone in pochi anni del centro ceramiche, come si legge dal sito web ufficiale un punto di “(…) una realtà imprenditoriale di alto livello, riferimento per tutti gli operatori del settore”. La cui figlia sessantenne è la succitata Alessandra Magnante.
Sveva Magnante è morta circa otto nove anni fa e l’appartamento è stato affittato alla più cara amica della Aureli, Lombardi G., sposata con tale dott. Di Carlo L. – medico – che ha una villa a Ostia.
Antonietta Aureli, da poco in pensione, ha una figlia nata dal primo matrimonio con un tale – e di cui gira voce che sia un soggetto poco raccomandabile – di Ostia che si chiama Giulia Moretti.
Questa figlia da molti anni abita in un grandissimo appartamento al piano terra con giardino in via Attilio Friggeri 172 ed allo stesso piano terra l’anno scorso era libero l’interno uno. Appartamento chiesto in affitto dalla dott.ssa Marando in quanto sfrattata ma che non gli fu concesso con la motivazione che lo stabile “era in vendita”. Invece poi l’appartamento viene affittato al suocero della succitata Giulia Moretti che adesso si ritrova con tutto il piano terra a sua disposizione: circa 300 metri quadri.
In via Attilio Friggeri 172 al primo piano vive anche la figlia di Alberto Oliveti e che parrebbe, come si evince dalla lettera inviata da Verona anche al Giudice Nardi, essere stata ristrutturata circa due anni fa completamente a spese dell’ENPAM a guida Oliveti.
Sempre a riguardo delle ristrutturazioni a spese di ENMPAM si evidenzia che circa 7-8 anni fa il succitato dott. Avincola lascia l’appartamento della scala B del terzo piano e si trasferì alla scala a quarto piano accanto alla dott.ssa Marando che abitava allo stesso piano e proprio sotto lattico della moglie Aureli. Anche questo appartamento è stato tenuto “fermo” appositamente per l’Avincola il quale non ha pagato il canone per circa due anni poi è stato ristrutturato parrebbe anche questa volta a spese dell’ENPAM. Le piastrelle e bagni e il resto dell’abitazione che ha a che fare con le ceramiche sono state comprate dalla cugina della ditta Romano Magnante ovvero da Alessandra Magnante.
Nel 2017 solito il gioco delle tre carte a regia ENPAM: Avincola comprò l’appartamento al posto della moglie all’interno 20 (il succitato attico) quindi la moglie Antonietta Aureli gli passò la casa e lei non comprò null’altro! Lo comprò il marito per lei mentre il suo appartamento, quello al quarto piano dove faceva lo studio medico – l’interno 16 accanto all’interno 15 in cui abitava la Marando – lo trasferì alla figlia Giulia Avincola. All’ASL ha sempre lasciato l’indirizzo di studio di via de Carolis (cfr. gli allegati).
In realtà questo studio al quarto piano – da non confondere con quello che in passato era al terzo era sì adibito a studio medico (v. ut supra) – in realtà era null’altro che uno studio fantasma perché l’Avicola il medico di base lo fa in quello che era il lavatoio condominiale che proprio sua moglie Aureli fece sventrare e “acquisì” accatastandolo come pertinenza dell’appartamento attico all’interno 20 e che fu al tempo anche oggetto di ispezione da parte del Giudice Nardi [Nardi fece fare molte verifiche. Una cosa impressionante. Interrogo tutti. Anche Oliveti e la Aureli e ovviamente è la Magnante. Fece un’inchiesta del costo di vendita degli appartamenti e il risultato fu a quanto pare sconvolgente: costi al metro quadro personalizzati. Alcuni pagarono moltissimo. Altri pochissimo per la stessa tipologia. Senza alcuna logica spiegazione. I tremila euro richiesti (cfr. sempre gli allegati) per il rogito da effettuare tramite Matranga (al tempo vice presidente della Cooperativa “Domus de Carolis”) erano legati probabilmente a fare prezzi diversi ma nessuno lo avrebbe mai potuto sapere. Si è saputo perché a seguito della denuncia della dott.ssa Marando un “magistrato onesto” aveva indagato con scrupolo e in maniera veloce e senza paura. Poi è storia che quel procedimento fu insabbiato e il Giudice Nardi arrestato]. Trasferendo il contratto di affitto alla figlia Giulia le è stata consentita la possibilità di acquistare l’immobile da ENPAM (v. allegati).
Quest’ultima parrebbe avere altri immobili con il fratello Luca, disoccupato, o ancor meglio studente a vita proprio di medicina avendo circa cinquant’anni, e la Aureli, a Terrata di Golfo Aranci. Dunque in Sardegna dove avevamo iniziato questa nota esplicativa.
Pertanto interessanti solo le connessioni con Flavio D’introno grande accusatore del Giudice Nardi. Sempre dalla cronaca e dalle registrazioni delle udienze del procedimento in corso a Trani presenti su Radio Radicale, infatti, si apprende che Flavio D’introno aveva raccontato di aver conosciuto proprio durante degli incontri a Roma – città che era ed è solito frequentare per lavoro – l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e l’allora sottosegretario Luca Lotti ovvero grazie, come egli dichiara: “(…) a miei clienti di piastrelle persone facoltose che stanno a Roma”. All’epoca l’imprenditore vendeva rivestimenti.
Considerato il suo lungo curriculum poco avvezzo alla legalità – sicuramente noto alle Autorità – e in cui spicca anche una recente condanna della Cassazione con pena definitiva a 5 anni e mezzo di reclusione per usura ai danni di diversi commercianti è tutt’altro che campata per aria l’ipotesi e possibilità che lo stesso, particolarmente portato a delinquere, abbia profittato di vicende “di per sé vere” nella quale avrebbe inserito, artificiosamente, il Giudice Nardi.
Anche dall’udienza del 6 luglio scorso, presente su Radio Radicale, in particolare dalla testimonianza del teste Santoniccolo Saverio si evincerebbero i traits d'union tra i Magnante e D’Introno;
[10] “OGGETTO: nota Avv. Ulisse del 16 aprile 2016 e nota della Direzione Generale Politiche Previdenziali e assicurative n. 0010837 del 2/08/2016.”;
[11] davvero curioso che il prezzo agevolato indirizzato dalla Conit-Enpam ad una inquilina ivi residente da vent’anni, medico e socia della cooperativa per acquisto dell’immobile quale prima casa, fosse di € 327.471,22. Mentre il costo – inferiore – sostenuto il 28 Marzo 2017 da Alessandra Magnane € 310.653,93.
319.653,93 la cifra rifiutata che l’inquilina dott.ssa Marando avrebbe pagato: l’esistenza dell’atto di manifestazione della volontà di acquisto e prenotazione dell’unità immobiliare venivano documentati dalla stessa ENPAM.
Dunque ingiustificabile la discriminazione tra chi abitava l’immobile da decenni e una – almeno in apparenza – perfetta estranea. Ed ancora curioso che dopo aver sfrattato la “scomoda inquilina” l’appartamento sia stato poi affittato. Come parimenti curioso che successivamente all’archiviazione da parte del GIP Valerio Savio copie del dispositivo – fatti tutti documentabili – vennero imbucate da persona anonima nelle cassette delle lettere dei condomini di via De Carolis con una scritta autografa che appare ancora oggi come sberleffo: “Giustizia è Fatta”. La quale oggetto di studio da parte dello scrivente potrebbe – come ancora oggi una perizia calligrafica potrebbe accertare – corrispondere alla calligrafica della stessa “acquirente”: estranea al procedimento ma non certo disinteressata alla vicenda: la Magnante cugina della Aureli;
[12] L’archiviazione riguardava l’imputazione per cui era stata già chiesta la fissazione dell’udienza per il processo immediato. Cosa mai successa nella storia giudiziaria italiana! dopo le recenti cc.dd. innovazioni. Un vero e proprio scippo fatto al Tribunale con la nuova – ed anomala – richiesta di archiviazione che sostituisce la richiesta di procedimento fatta al Tribunale prima dal dott. Nardi e poi sollecitata persino dall’allora Procuratore capo dott. Pignatone. Perché così si sottrae al Tribunale quello che doveva essere un “dovere già evaso” dallo stesso da ben “otto mesi”.
La richiesta di giudizio immediato da parte del P.M Nardi è del 12 aprile 2018, con invio dei fascicoli al Tribunale affinché vista la particolare consistenza e gravità provvedesse alla immediata indicazione della data per l’avvio. Seguita, “sei mesi dopo”, da una relazione dove si sollecitava il Procuratore capo dott. Pignatone a sollecitare a sua volta il Tribunale per la fissazione della data di udienza nei confronti di Oliveti, Aureli e Cremonini; facendosi altresì presente sulla base di quello che aveva scritto l’avvocato Lupis e sulla base delle interrogazioni parlamentari sin dal 2012 del senatore Lannutti, che vi erano le condizioni per avviare immediatamente un procedimento per reati associativi. Come d’accordo con quanto documentato dall’avvocato Lupis, dichiarò di essere alche il procuratore aggiunto della materia dott. Cucchiari che si allega e che come si vede è firmata dal dott. Cucchiari – sostituto procuratore anziano – e dallo stesso Pignatone;
[13] v. atto Senato interrogazione a risposta scritta 4-07359 di giovedì 26 aprile 2012, seduta n.716 nonché undefined .
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Seguono allegati:
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l'esposto denuncia è stato indirizzato anche a:
comitatocontrollointerno enpam.it ("posta ordinaria") protocollo pec.enpam.it ("posta certificata")
OGGETTO: ESPOSTO DENUNCIA PER VIOLAZIONE DEL CODICE DI DEONTOLOGIA MEDICA
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Spettabile Comitato di controllo interno,
Con la Presente nota esposto denuncia il sottoscritto, avv. Silvio Ulisse, iscritto all'Albo degli Avvocati di Pesaro al n. 900, espone quanto segue.
Con comunicazione inviata a molteplici destinatari, datata 25/02/2020 e protocollata Amm. Enpam n. 0023497, che si allega, il dott. Alberto Oliveti, Presidente della Fondazione Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri, nonché presidente dell’Adepp, l’associazione che aggrega gli enti previdenziali libero professionali, teneva una condotta atta a diffamare e mettere artatamente in cattiva luce, con ripetute asserzioni false, una propria collega: la dott.ssa Adele Marando.
Ad esempio, con riferimento alla vendita dell’appartamento di ENPAM cui era locataria la dott.ssa Marando è vero oppure no – dott. Oliveti – che la predetta inquilina ha offerto all’Ente, da lei presieduto, una somma ben maggiore di quella offerta dalla cugina della sua segretaria personale con la quale, poi, è stato rinviato a giudizio per truffa?
Glielo chieda il Giudice della disciplina! La risposta di Oliveti sul punto sarebbe davvero interessante [1].
Tale condotta, unitamente ad altre, come si evincono dal discorsivo della nota e dalla documentazione di supporto, che parimenti si allegano, costituiscono gravi violazioni al Codice di deontologia medica il quale, ex art. 1, “(…) regola anche i comportamenti assunti al di fuori dell’esercizio professionale quando ritenuti rilevanti e incidenti sul decoro della professione”.
Mi chiedo, e vi chiedo, fino a che punto si può arrivare ad utilizzare le cariche istituzionali per interesse personale e clientelare senza rispondere delle proprie azioni quando queste palesemente vanno a violare quelle norme che dovrebbero valere per tutti e ancor più per chi ricopre posti di responsabilità: a titolo esemplificativo e non esaustivo, per quanto riguarda il solo Codice Etico dei medici, si pensi all’art. 58, riguardante i rapporti con i Colleghi o, ancora, l’art. 64, relativo ai rapporti con l’Ordine professionale secondo cui “(…) Il medico comunica all’Ordine le eventuali infrazioni alle regole di reciproco rispetto, di corretta collaborazione tra colleghi e di salvaguardia delle specifiche competenze…Il medico eletto negli organi istituzionali dell'Ordine svolge le specifiche funzioni con diligenza, imparzialità, prudenza e riservatezza.”.
Oltre quanto già negli allegati, sono a tutti note le gravi vicende giudiziarie di Luigi Pepe, componente del Consiglio dell’Enpam e dei diversi processi in corso di definizione; di cui uno chiuso senza condanna, è vero, ma unicamente perché maturata la “prescrizione dei reati” alla quale il Pepe si è guardato bene dal rinunciarvi! Parliamo tra l’altro proprio del componente del CdA della Fondazione Enpam dal 2000 al 2010 e sindaco effettivo della medesima fondazione dal giugno 2010.
A voi sicuramente noto che nel 2010 il succitato Oliveti era già vicepresidente dell’Enpam per diventarne presidente due anni dopo, nel 2012. Eppure non parrebbero esserci né denunce, tantomeno più leggere segnalazioni, da parte sua. Come mai? [2].
Viepiù che solo pochi giorni fa, il 5 agosto, compariva sul sito istituzionale di Enpam, la notizia dell’insediamento dei due Osservatori, quello dei giovani e quello dei pensionati, e che oltre ai cc.dd. “votati dall’assemblea” un nominativo, per l’Osservatorio dei pensionati, è stato indicato dal CdA dell’Enpam e, guarda tu il caso, è stato fatto il nome di Luigi Pepe. Ulteriore dimostrazione che in questo Paese continuano a prevalere le logiche di “fedeltà al sistema” invece di quelle del merito. Invece di emarginare coloro i quali si macchiano di gravi condotte contro l’interesse Pubblico e i principi e doveri dell’Etica.
Trattandosi di documentazione pubblica che interessa tutti gli iscritti e quindi anche gli amministratori degli Ordini dei Medici è davvero curioso che nessuno dei responsabili abbia mai provveduto, e provveda, a denunciare lo sperpero della contribuzione previdenziale del 1° pilastro della previdenza sociale che regolarmente si consuma sotto gli occhi di tutti.
Dov’erano i vertici dell’Enpam e dove sono gli Organi Vigilanti dello Stato? E perché gli Ordini dei medici tacciono?
Si pensi ai costi per la gestione dell’Ente previdenziale Enpam negli anni fatti lievitare oltre ogni ragionevole decenza e gli attori ed i loro collegati sono, a quanto pare, sempre i medesimi, che si intercambiano sui vari livelli e incarichi.
Persino i membri del Collegio dei revisori sono riusciti ad aumentare smisuratamente, e direi anche spudoratamente, i costi nonostante le prefissate indennità annuali.
Escamotage che rivela, a pag. 26 dell’esposto del 27-9-2016, proprio un Consigliere del Consiglio di Amministrazione della Fondazione ENPAM, il dott. Milillo, indirizzato ai Ministeri del Lavoro e del Tesoro, all’ANAC, alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Roma.
Esplicitando le modalità con cui il Collegio puntualmente organizza l’esercizio delle proprie funzioni con riunioni che vengono fissate sistematicamente intorno alle ore 17 del giorno di inizio e si concludono il giorno successivo intorno alle ore 12. Ciò implicando il pagamento di ben 2 (due) gettoni di 1.400 [3] euro ciascuno minimo ogni settimana. Dati tutti verificabili bilanci ENPAM e verbali delle adunanze alla mano.
Talché molto severo è il giudizio espresso dallo stesso Milillo, che siede nel CdA della Fondazione ENPAM dal 2010 e può dunque permettersi di denunciare con cognizione di causa anche le condotte del Collegio dei revisori: “(…) un Collegio del resto i cui verbali delle riunioni si riducono alla mera riproduzione dell’ordine del giorno e dei documenti esaminati, senza che vi siano a riguardo pareri o valutazioni di sorta”.
Insomma, potremmo riassumere con un bel: finché il sistema e l’organizzazione regge “se magna”, se magna bene e si magna “tutti”. Visto che lo stesso Collegio risulta che negli ultimi vent'anni non ha “mai” avuto nulla da eccepire sui bilanci della Cassa dei medici e degli odontoiatri: dall'acquisto di titoli tossici alla svalutazione della sede di Piazza Vittorio, dal fondo ATLANTE ai 38 milioni di euro di perdite di ENPAM Real Estate, dall’acquisto dei 2 immobili di via del Serafico, fatti attraverso il Fondo Ippocrate, all’acquisto del Fondo IDeA FIMIT Sviluppo, collegato agli investimenti immobiliari del gruppo Parnasi, all’acquisto, direttamente dal Gruppo Parnasi, del fondo immobiliare HB.
Le Autorità che leggono in copia possono fare riferimento anche ad altre note esposto e denunce dello scrivente visto che i meccanismi sono quasi sempre gli stessi ed i collegamenti tra gestori delle anche di diverse Casse davvero interessanti.
Il medesimo Oliveti in eventi rinvenibili ancora in rete dice che la foresta è sana e che quando cade un albero (e si riferisce ad investimenti sbagliati) fa tanto rumore ma è normale e tutto qui. Eppure determinati alberi non cadono a caso. E qualcuno dovrebbe ben spiegare perché poi la legna finisce sempre in certi caminetti.
Oltretutto la stessa ADEPP è ancora presieduta da Alberto Oliveti il quale ha ammesso (nonostante il suo compito in Adepp – come dice – sia quello di tutelare la c.d. “autonomia” delle Casse aggregate) di non conoscere i dati tecnici sulla sostenibilità degli Enti previdenziali aggregati! Afferma che le casse sono solide e sostenibili ma non conosce i dati di quello che predica (v. allegati).
Intanto si continuano a tacere dell’ingente ed indecente “debito implicito” generato dalle Casse. Con il record detenuto da Cassa Forense che tutt’ora eroga una pensione media di 4,38 volte il contributo medio.
Così ritrovandoci un sistema previdenziale, quello delle libere professioni, che mentre si reclamizza che “va tutto bene!” non erogano già da tempo pensioni adeguate, che non hanno reale sostenibilità, che contravvengono ai principi della c.d. efficacia dell’azione nonché quello della efficienza. Praticamente un sistema di Casse previdenziali ad uso, abuso e consumo solamente di chi le gestisce e di chi le ruota intorno per spolpare la contribuzione obbligatoria – provvista previdenziale del 1° pilastro della Previdenza Sociale – che in questi tempi di precarietà se non quando di mancanza del lavoro gli iscritti fanno fatica a versare quando non parametrata ad una base imponibile concreta, reale ed effettiva e, dunque, non svincolata dal parametro reddituale del singolo iscritto.
Che poi non si comprende, se fosse vero che i gestori delle Casse previdenziali libero professionali, che rappresentano appena il 3% della previdenza italiana, visto che sarebbero in grado di moltiplicare i pani ed i pesci come reclamizzano di facciata ma senza mai toccare il nodo del debito implicito, il perché ai soggetti che le presiedono non gli si appioppi l’intero sistema previdenziale italiano se non proprio il Governo del Paese e la gestione della sua intera amministrazione economico-finanziaria. Se sono maghi sarebbe il minimo per il bene del Paese, o no?!
La verità invece è proprio un’altra se questo non avviene. E le Casse continuano ad essere “depredate” da una organizzazione che si fa forte delle “protezioni multilivello” ed il cui reticolo non si limita certo alla politica ed al mondo finanziario come ho più volte descritto, documentato e denunciato nelle tante note già in possesso delle Autorità.
Tuttavia continua ancora a meravigliarmi come ad oggi anche su costi e compensi degli amministratori delle Casse, non vi sia mai stato rilievo da parte sia dei ministeri vigilanti, Corte dei Conti e Ministeri del Tesoro e del Lavoro. Come anche sulla gestione degli immobili: negli allegati anche la lettera da Verona sulle condotte sempre verificabili di Alberto Oliveti.
Ancor più gravi le condotte di Oliveti in considerazione della giurisprudenza granitica che ha accertato che le Casse previdenziali della L. 509/1994 sono dunque “pubbliche amministrazioni” – organismi di diritto pubblico come troviamo scolpito anche nei bandi di gara dei predetti Enti previdenziali – ed ai loro presidenti correttamente riconosciuta la qualifica di Pubblico Ufficiale: cfr. a titolo esemplificativo e non esaustivo Cassazione Penale, Sez. 6, Sentenza n. 23236 del 17/02/2016 Ud. (dep. 01/06/2016).
Oramai ripetitivo e scontato il modus operandi di diffamare e mettere in cattiva luce chi denuncia il malaffare che avviene nelle Casse previdenziali libero professionali. Cosa che è avvenuta anche verso il dott. Sciacchitano ex CdA di ENPAM da parte di tale Luigi Galvani il quale ha chiuso un procedimento penale ex 162 ter c.p. ma per la quale alcun procedimento disciplinare è stato mai aperto nei suoi confronti [4]. E non mi risulta che siano trascorsi i termini di prescrizione degli illeciti sanzionabili. Va tenuto anche in debito conto che vi è un rapporto di piena autonomia tra procedimento disciplinare e procedimento penale e che possono essere violate le norme di condotta anche quando i fatti non portino ad una condanna penale. Fattispecie violative del Codice etico dei medici, che non possono passare inosservate se pensiamo che il Galvani è un membro del CdA e Presidente vicario dell'ENPAM e dovrebbe dare prima di altri il buon esempio (v. e cfr. le ultime pagine della documentazione allegata per dettagli).
Curioso che soli 21 medici compreso Oliveti intascano 2 milioni e 600mila euro mentre i veri medici oggigiorno si attacchino al palo. E tutto questo mentre si reclamizza costantemente che “la fondazione non ha scopo di lucro”! Senza ovviamente neppure contare tutte le poltrone e gli incarichi rivestiti e i vantaggi che ognuna di queste poi ulteriormente apporta.
E suona pertanto da beffa per l’intera categoria dei medici che sia proprio Oliveti, di facciata, a parlare nelle tante interviste di Etica, come in quella al Quotidiano Sanità del 19/09/2019 dal titolo “Una buona economia deve avere a fianco una buona etica. Ai medici il compito di renderlo prioritario” [5].
Alquanto curioso poi che Oliveti nei suoi perenni tentativi di sfruttare i contatti amicali con la politica continui a farsi fautore dell’istanza di eliminare l’applicazione del Codice dei contratti pubblici per le Casse previdenziali e, quanto meno, far si che i controlli da parte di Covip siano senza sanzione alcuna! [6]. E deprecabile, comunque, che Sergio Puglia, Presidente della Bicamerale di controllo sugli Enti previdenziali, che prima ci diceva di “denunciare le porcate” adesso faccia comunella con chi dovrebbe essere vigilato [7]: innumerevoli le segnalazioni circa i bilanci truccati delle Casse previdenziali della 509/94 e non solo sui quali l’Onorevole, molto disonorevolmente, pensando solo ed esclusivamente alla “poltrona” evidentemente, fa tuttora orecchie da mercante. E a dire il vero assieme all’altro Onorevole, tale Lannutti che, prima di diventare maggioranza di Governo, denunciava con toni duri proprio gli “illeciti” in seno ad Enpam ma per poi mettersi la lingua a riposo tra le natiche proprio quando raggiunto il controllo della Commissione di vigilanza! [8]. Oliveti è in ENPAM dal 1996!
Da ultimo voglio ricordare che gli Ordini dei liberi professionisti sono Enti Pubblici e i loro Presidenti considerati Pubblici Ufficiali nell’espletamento delle loro funzioni. Pertanto, circa i reati evincibili dalla documentazione che si allega, riguardante la mala gestione dell’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri, l’Ordine destinatario è tenuto a sua volta a provvedere a specifica segnalazione alle Autorità competenti (v. a titolo esemplificativo e non esaustivo la nota prot. 0001521/14 a firma Maione).
Ciò premesso, lo scrivente avvocato, sottopone all’attenzione di codesto Consiglio dell’Ordine dei Medici i comportamenti del Presidente di Enpam dott. Alberto Oliveti ed in merito a tali comportamenti
CHIEDE
l’accertamento della regolarità della condotta tenuta dal succitato presidente di Enpam quanto meno sotto il profilo deontologico e se del caso, l’adozione dei provvedimenti più opportuni nei confronti del medesimo.
Fermo restando, per quanto sopra detto e documentato, che per ogni notizia di illecito disciplinare ravvisato e ravvisabile, l'intestato Ordine dei Medici, dovrà ex lege adoperarsi per l’apertura dei procedimenti disciplinari nei confronti degli ulteriori trasgressori i cui nominativi e violazioni sono evincibili dall'odierno esposto-denuncia.
Cordiali Saluti
Pesaro, addì 19 Agosto 2020.
Avv. Silvio Ulisse
“Se inviata a mezzo p.e.c. la firma è apposta digitalmente ad ogni effetto di legge.”
Note:
[1] Il dott. Oliveti afferma, nella sua nota diffamatoria, che “(…) La pretesa non venne considerata perché avrebbe significato svendere, a vantaggio di qualcuno, una parte del patrimonio di tutti.”. Quanto l’appartamento è stato venduto alla cugina di Antonietta Aureli (la segretaria di Oliveti), la milionaria imprenditrice Alessandra Magnante, ad un prezzo “inferiore” (v. e cfr. la nota a firma Ulisse del 23 luglio 2020 pagg. 6-17 e gli allegati di supporto per i dettagli);
[2] La mancata regolamentazione del numero dei mandati e della loro durata, peraltro, comporta la cristallizzazione di posizioni di potere, al punto che in ENPAM ci sono componenti in carica da oltre 31 anni!
Il dott. Oliveti è in ENPAM dal 1996;
Il dott. Noce è in ENPAM dal 1989;
Il dott. Malagnino e Pepe sono in ENPAM dal 2000.
Ben 10 dieci componenti del CdA che si sbarazzò del Conigliere “scomodo” dott. Sciacchitano, ancora oggi ne fanno: OLIVETI (da 24 anni) MALAGNINO (da 20 anni) FALCINELLI (da 10) GALVANO, BUONINCONTI, CALCAGNI, PRACELLA, RENZO, MEDIATI, MILILLO (da 10 anni) PEPE (da 20 anni) NOCE (addirittura da 31 anni! Evidentemente alla nascita direttamente partorito in ENPAM!). E senza dimenticare che proprio a seguito delle denunce del succitato consigliere Sciacchitano la Corte dei Conti, per la perdita che ne è derivata all’Ente, ha poi chiesto ai responsabili un indennizzo di decine di migliaia di euro;
[3] Lo Stato garantisce la previdenza a 22 mln di cittadini attraverso l'ente di diritto pubblico INPS, con 1 Presidente, 1 vicepresidente coadiuvato da un CIV (22 membri di cui 7 a titolo gratuito). Il Presidente dell’INPS, che ha in carico le pensioni 22 milioni di cittadini e la gestione di migliaia di dipendenti, ha un emolumento di poco superiore ai 102.000 €/annui.
Si prenda ad esempio l’ENPAM, emblematica per numero di iscritti e per entità degli emolumenti dei suoi amministratori.
L’ENPAM per amministrare 375.000 medici ha un Consiglio di Amministrazione che, dall’anno 2016, comprende 16 Consiglieri che, ancora fino al 2015, erano ben 26.
Ha inoltre un organo analogo al CIV dell’INPS composto da ben 167 componenti (l’INARCASSA ne ha addirittura 230).
A titolo esemplificativo si riporta il paragone degli emolumenti di alcune alte cariche dello stato, della Finanza internazionale e del Presidente dell’ENPAM.
PRESIDENTE ENPAM: € 650.000 nel 2015 (ALBERTO OLIVETI (350 mila iscritti);
PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA: € 375.000 (MARIO DRAGHI già Governatore della banca d’Italia, Direttore generale del Ministero del Tesoro, Vice Chairman e Managing Director di Goldman Sachs, Vice Chairman of the Board of Governors of the Federal Reserve System)
PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE: € 346.000 (JANET YELLEN amministra le finanze di 319 milioni di americani).
1° PRESIDENTE DI CASSAZIONE, € 293.658;
PRESIDENTE U.S., € 254.120 (400mila dollari);
PRESIDENTE REPUBBLICA ITALIANA, € 253.23;
PRESIDENTE CAMERA, € 196.80;
SEGRETARIO GENERALE ONU, € 165.83;
PRESIDENTE CONSIGLIO ITALIANO, € 114.70;
PRESIDENTE dell’INPS, come sopra anticipato, € 102.790 (amministra pensioni di 22 milioni di italiani);
Le alte cariche e i manager di Stato (oltre a essere specialisti di settore) percepiscono emolumenti in funzione di un’attività che svolgono a tempo pieno. Gli Amministratori delle Casse pseudo privatizzate, invece, svolgono questo ruolo in part-time, continuando a espletare la loro attività professionale.
Nientemeno il Papa, la massima carica della Chiesa cattolica, egli attualmente non percepisce uno stipendio perché Francesco vi ha rinunciato. Il suo predecessore Ratzinger però aveva stabilito una cifra pari a 2.500 euro!
Per “far quadrare” i conti, il Consiglio di Amministrazione dell’ENPAM ha imposto sacrifici ai medici e, con l’approvazione “democratica” dell’acquiescente Consiglio Nazionale, ha fatto la cosa più ovvia e banale: ha aumentato le entrate e ha diminuito le uscite.
In quale modo?
 aumentando le aliquote contributive;
 aumentando l’età pensionabile (di ben 3 anni, da 65 a 68 anni d’età);
 diminuendo i rendimenti.
Sempre in virtù dell’autonomia, senza alcuna plausibile motivazione (neanche quella dell’inflazione), i vertici dell’ENPAM, per esempio, si sono aumentati i già sostanziosi emolumenti mentre, da almeno 10 anni, non vi è stato alcun incremento retributivo per i medici dipendenti e per i medici convenzionati, né vi è stato alcun aumento delle pensioni erogate dall’ENPAM.
I notevoli incrementi degli emolumenti che si sono attribuiti gli amministratori Enpam non trovano alcuna giustificazione neanche con l’inflazione.
L’inflazione, dal 1992 al 2018, è stata del 71,3%. Vediamo cosa ha comportato in ENPAM:
 Il gettone, che nel 1992 era di 41.780 €, avrebbe dovuto essere, nel 2018, di 70 €; è stato invece di 1.400,00 €, con un incremento quindi del 3.315%;
 Il compenso del Presidente, che nel 1992 era di 34.780 €, avrebbe dovuto essere, nel 2018, di 59,580 €; è stato invece di 649.908,00 €, con un incremento quindi del 1.769%;
 I compensi della Presidenza, che nel 1992 erano di 51.878 €, avrebbero dovuto essere, nel 2018, di 88.869,580 €; sono stati invece di 818.700,00 €, con un incremento quindi del 1.478%;
 I compensi degli Organi Statutari, che nel 1992 erano di 285.000 €, avrebbero dovuto essere, nel 2018, di 488.220,74 €; sono stati invece di 3.782.308,00 €, con un incremento quindi del 1.227%;
 I compensi dei Revisori, che nel 1999 erano di 99.987 €, avrebbero dovuto essere, nel 2018, di 137.343,81 €; sono stati invece di 820.080,00 €, con un incremento quindi del 720%;
[4] GALVANO è stato citato in giudizio il 4 maggio 2017 dal Pubblico Ministero per il reato di diffamazione in danno del prof. SCIACCHITANO ex Consigliere di amministrazione. Galvano, riconoscendosi colpevole del reato ascrittogli ha offerto alla persona offesa una somma di denaro a titolo risarcitorio ai sensi dell’art. 162 ter del codice penale. Richiesta accolta dal Tribunale di Palermo con sentenza del 6 luglio 2018 (v. allegati);
[5] “(…) a noi sta il compito di cercare di rendere prioritario il fatto che una buona economia deve avere a fianco una buona Etica. E quindi nel campo nostro specifico la scienza e la coscienza sono ingredienti indispensabili affinché l’economia sia una economia correttamente riferita ad una redistribuzione sociale degli utili e a una corretta attenzione di ciò che va nell’interesse della collettività e ciò che nella collettività non va di interesse.” 
[6] u...;
[7] u... “Mi raccomando, verificate, verificate, verificare. Dobbiamo trovare le pulci, dobbiamo fare le pulci a questi signori. E dobbiamo poi pubblicare tutto e denunciare dove ci sono le porcate” – cit. Sergio Puglia Presidente della Commissione bicamerale di controllo sugli Enti previdenziali;
[8] Senatore Elio Lannutti, denuncia ai microfoni de Il Fatto Quotidiano ... .
* * *
Alla faccia dell’Etica quando puoi cantartela e suonartela con una cerchia di fedelissimi e ben protetto dal peggio della politica e da funzionari dello Stato infedeli. Seguono allegati:......."
  • Nota di redazione: Esposto pubblicato anche su Facebook dall'Avvocato Silvio Ulisse ecco il link:
    https://www.facebook.com/1540445507/posts/10222050133832639/?extid=FTcGcCeKE33Gh5ER&d=n
  • Si riportano due commenti pubblicati su Facebook in calce a questa nota esposto. Primo commento di due giorni fa 22 agosto dell'Avvocato Ulisse e la risposta nel merito della Dottoressa Ernesta Adele Marando di ieri domenica 23 agosto:

    COMMENTO DELL'AVVOCATO ULISSE IN CALCE AL SUO STESSO ESPOSTO QUERELA
    [1] Il dott. Oliveti afferma, nella sua nota diffamatoria, che “(…) La pretesa non venne considerata perché avrebbe significato svendere, a vantaggio di qualcuno, una parte del patrimonio di tutti.”. Quanto l’appartamento è stato venduto alla cugina di Antonietta Aureli (la segretaria di Oliveti), la milionaria imprenditrice Alessandra Magnante, ad un prezzo “inferiore” (v. e cfr. la nota a firma Ulisse del 23 luglio 2020 pagg. 6-17 e gli allegati di supporto per i dettagli);
    [2] La mancata regolamentazione del numero dei mandati e della loro durata, peraltro, comporta la cristallizzazione di posizioni di potere, al punto che in ENPAM ci sono componenti in carica da oltre 31 anni!
    Il dott. Oliveti è in ENPAM dal 1996;
    Il dott. Noce è in ENPAM dal 1989;
    Il dott. Malagnino e Pepe sono in ENPAM dal 2000.
    Ben 10 dieci componenti del CdA che si sbarazzò del Conigliere “scomodo” dott. Sciacchitano, ancora oggi ne fanno: OLIVETI (da 24 anni) MALAGNINO (da 20 anni) FALCINELLI (da 10) GALVANO, BUONINCONTI, CALCAGNI, PRACELLA, RENZO, MEDIATI, MILILLO (da 10 anni) PEPE (da 20 anni) NOCE (addirittura da 31 anni! Evidentemente alla nascita direttamente partorito in ENPAM!). E senza dimenticare che proprio a seguito delle denunce del succitato consigliere Sciacchitano la Corte dei Conti, per la perdita che ne è derivata all’Ente, ha poi chiesto ai responsabili un indennizzo di decine di migliaia di euro; 

    RISPOSTA 
    di Ernesta Adele Marando al commento dell'Avvocato Silvio Ulisse:
    Vero, l’appartamento venduto alla Alessandra Magnante fu venduto ad un prezzo molto inferiore del prezzo proposto a me dall’ente venditore Enpam!
    A me medico, inquilina di quell’appartamento da vent’anni e facente parte della cooperativa costituita per comprare lo stabile cielo/terra.
    Per statuto della cooperativa gli appartamenti invenduti ( per impossibilità o non volontà di acquistarli da parte dei locatari sarebbero stati acquistati dallaConit casa e garantita per nove anni la locazione).
    L’appartamento da me abitato e per il quale avevo fatto domanda di acquisto ad un prezzo superiore a quello pagato dalla Magnante titolare della Ditta di ceramiche Romano Magnante mi fu venduto a mia insaputa! Lo appresi il sei di aprile 2017 da una lettera raccomandata inviatami dalla Magnante dopo l’acquisto. Nella lettera mi inviava copia del rogito e l’iban dove inviare il canone. L’Enpam non mi comunicò mai nulla. Dopo circa un anno dalla vendita truffaldina, ripresami in parte dallo shock, scrissi all’Enpam una pec per chiedere di avere indietro i soldi della cauzione da me versati come deposito al momento della stipula del contratto decenni prima).
    📍Volete sapere la risposta?
    Li avevano versati alla nuova Proprietaria Magnante al momento della vendita! Io non esistevo più! Soldi miei passato alla Magnante! Non conosco la motivazione che comunque è illegale!
    📍Voi vi chiederete perché l’appartamento non fu venduto a me!
    Risposta: perché non mi sono prestata a una truffa ai miei danni!
    Sul modulo di acquisto tra le tante voci da accettare e sottoscrivere c’erano:
    Una dov’è io avrei dovuto versare al momento 3000 euro perché la mia pratica di acquisto fosse rappresentata al notaio dal novello presidente della cooperativa. Tale Francesco Matranga (che prese il posto del presidente Gianni Ianni Alice defenestrato da presidente perché cercava chiarezza ) che avrebbe raccolto i 3000 euro di tutti gli aspiranti acquirenti e col malloppo sarebbe andato da tale notaio Mosca a concludere l’affare a nome di tutti noi.
    Io non versai i 3000 euro dicendo che sarei andata io a a trattare i un mio delegato.
    Due: non ho firmato un’altra nota: una clausola vessatoria. Avrei dovuta impegnarmi che MAI in futuro avrei fatto causa all’ente venditore. Cioè Enpam!! E perché fare causa se tutto in era in ordine?
    Non firmai quella clausola capestro che blindava l’ENPAM e lasciava scoperta me dai miei diritti.
    Terzo il 2% del ricavato delle vendite andava alla Conit. Non era dovuto.
    Per queste ragioni la mia casa è stata venduta il 29 marzo 2017. Ho sempre puntuale pagato il canone di locazione e nei tempi dovuto alla nuova proprietaria Alessandra Magnante. Ho fatto querele dalla prima ora che ho saputo di essere stata truffata.
    Sono stata sfrattata e ho dovuto lasciare casa mia il 16 luglio 2019.
    La mia cada è stata affittata ad altro inquilino. La Magnante infatti ha dichiarato al Dr. Michele Nardi che l’ha convocata nel luglio 2017, di avere comprato la mia casa per fare un investimento.
    Ciao e buona domenica







Giornale online iscritto il 2/05/2008 al n. 184/2008 del Registro di Stampa del Tribunale Civile di Roma.
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