michele nardi posterCaso unico nella storia giudiziaria italiana: Il Dr. Michele NARDI, sostituto procuratore della Repubblica a Roma, come p.m. che aveva svolto indagini, il 12 Aprile 2018, richiese al Tribunale di ROMA, inviandogli i voluminosi fascicoli con le prove raccolte, di fissare un’udienza per il processo immediato nei confronti di OLIVETI, AURELI, CREMONINI, indagati per truffa ai danni di un medico. A Novembre il Dr. Nardi inviò al procuratore capo dr. PIGNATONE e all’”aggiunto” dr. CUCCHIARI una nota sulla necessità di svolgere ulteriori indagini per diverse e più gravi ipotesi di reato. La nota fu vistata da entrambi i destinatari.
Il Dr. Nardi venne arrestato il 13 Gennaio 2019 su dichiarazioni accusatorie di responsabili di gravi reati, sprovviste di valore probatorio. Per “punirlo” per la richiesta del processo nei confronti dei tre e impedire ulteriori indagini sulle associazioni e gli associati ad essi riconducibili? E’ un problema che si impone per chiunque voglia ricercare la verità. Nella comparazione tra il processo per il quale il Dr. NARDI aveva chiesto al Tribunale la fissazione di un’udienza per la celebrazione del processo e che gli venne sottratto e poi archiviato, e il suo arresto del 13 Gennaio 2019. Sulla base di accuse sciancate e calunnie incredibilmente valorizzate per avviare, a Lecce, un procedimento che sta per concludersi.
La mia inchiesta di giornalista indipendente è nata constatando come si sia operato e si stia operando ai danni del Dr. NARDI in un procedimento avviato e svolto sulla base delle calunnie di tale Flavio D’INTRONO, condannato per usura. Le dichiarazioni accusatorie di costui e quelle del complice, Antonio SAVASTA, sono state poste a base dell’arresto e del processo contro il Dr. Nardi nonostante le dichiarazioni accusatorie dei due, fin dal primo momento collocabile intorno al 2015, risultassero prive di valore intrinseco ed estrinseco e smentite da numerose fonti.
D’INTRONO aveva anche cercato di estorcere denaro al Dr. NARDI e per questo era stato denunciato a PERUGIA.
Qui di seguito si sintetizzano le ragioni che danno la certezza di come il Dr. NARDI sia vittima di una manovra per coinvolgerlo in un procedimento riguardante il “pentito” D’INTRONO e il magistrato diretto referente di costui Antonio SAVASTA. Quest’ultimo, reo confesso di numerose forme di corruzione, è stato qualche mese fa condannato a dieci anni di reclusione, con rito immediato, dal tribunale di Lecce. Che sta per emettere la sentenza nei confronti del Dr. NARDI che da ultimo il 6 Novembre 2020 ha fornito le prove ulteriori e definitive di essere sottoposto a processo a Lecce proprio sulle calunnie di D’INTRONO e SAVASTA.
1-Le prime notizie da Lecce, il 15 Gennaio 2019, riferirono di “Magistrati arrestati per corruzione, determinanti le rivelazioni di Flavio D’Introno. Gli indagati”. D’INTRONO venne indicato con un “È lui ad aver rivelato ai carabinieri di Barletta i rapporti con i magistrati Michele Nardi e Antonio Savasta, finiti in manette ieri mattina insieme al sovrintendente di polizia, in servizio a Corato, Vincenzo Di Chiaro…”; seguì
2-LA “CRONACA” : “Corato martedì 15 gennaio 2019”- “La Redazione riferisce di “… Diciotto indagati, tra questi anche l’imprenditore Flavio D’Introno, già condannato in appello a 5 anni e 9 mesi di reclusione per usura. È proprio lui ad aver rivelato ai carabinieri di Barletta i rapporti con i magistrati Michele Nardi e Antonio Savasta, finiti in manette ieri mattina insieme al sovrintendente di polizia, in servizio a Corato, Vincenzo Di Chiaro, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Lecce nella quale sono confluiti anche gli atti d’indagine relativi a un fascicolo della magistratura di Firenze. I tre sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale per fatti commessi tra il 2014 e il 2018; e Nardi è considerato capo, promotore e organizzatore dell’associazione.”;
3-Una prima stridente, insuperabile contraddizione dell’accusa contro il Dr. NARDI: I reati ipotizzati in base alle calunnie di D’INTRONO sarebbero stati “…commessi tra il 2014 e il 2018…”. Mentre
4- Esisteva la prova documentale che il Dr. NARDI già dal 2006 aveva lasciato TRANI per ROMA; e quindi
5-La semplice lettura delle imprese compiute da D’INTRONO e SAVASTA, con complici direttamente coinvolti “tra il 2014 e il 2018” escludeva documentalmente la possibilità di accostare ad essi il Dr. NARDI e forniva la prova di come
6-Altri soggetti, primi tra tutti SAVASTA e D’INTRONO, erano stati e fossero da indagare come protagonisti dei reati per cui l’indagine di LECCE. Mentre sui dati reali, il Dr. NARDI, logicamente, temporalmente e documentalmente risultava totalmente estraneo. Di più: Il Dr. NARDI risultava vittima delle calunnie plurimotivate e abilmente architettate di D’INTRONO e SAVASTA. I movimenti di costoro, non dal 2014 al 2018 ma dal 2012 al 2018, nella realtà non hanno mai incrociato l’attività e la vita professionale del Dr. NARDI; al contrario
7- I rapporti accertati tra D’INTRONO e SAVASTA in base alle ammissioni di entrambi e agli altri elementi prospettati dall’accusa provano da subito l’estraneità del Dr. NARDI agli “affari” dei due e degli altri complici. Indicati dall’accusa in Simona Cuomo, che avrebbe dato - secondo l’accusa - “veste legale” alle iniziative di D’Introno e dei suoi familiari nei procedimenti gestiti da Savasta; ciò forniva
8-La conferma ulteriore, proveniente dalla stessa accusa, dell’estraneità del Dr. Nardi ai reati per cui indagava il p.m. di Lecce. Nel procedimento avviato
9-L’accusa, volendo comunque indagare sull’operato del Dr. NARDI, avrebbe dovuto portare, sugli stessi dati forniti da D’INTRONO, SAVASTA, DI CHIARO, al massimo a indagare sul Dr. NARDI rispettandone lo stato di libertà;
10-Com’è avvenuto, giustamente, nel procedimento relativo ad altri magistrati. A ROMA nell’indagine della Procura di PERUGIA sulla c.d. “vicenda PALAMARA;
11-Di tale vicenda parlerà D’INTRONO. E fornirà un elemento ulteriore della possibile origine delle sue calunnie contro il Dr. NARDI che a PERUGIA lo aveva denunciato per estorsione.
12-Sul tema della valutazione della posizione del Dr. NARDI in termini più rispettosi dello stato di libertà andava considerato come solo le calunnie di D’INTRONO e SAVASTA, acriticamente valutate, avrebbero impedito un diverso trattamento. Specie a fronte di quanto operato in riferimento alle posizioni dell’Avv. Simona Cuomo, del collega barlettano Ruggiero Sfrecola, dell’imprenditore di origine barlettana Luigi Dagostino, attivo a Firenze, le cui dichiarazioni e gli accertamenti relativi confermavano il fondamento e la necessità di indagini su D’INTRONO e SAVASTA. E sul perché costoro abbiano falsamente accusato il Dr. NARDI. Con ciò 13-Acquisirono immediatamente un diverso trattamento, con la libertà e gli arresti domiciliari. Il tutto mentre fu proseguita la sottoposizione alla tortura della carcerazione preventiva nei confronti del Dr. NARDI, nella speranza di un suo crollo psicofisico per indurlo a confessare azioni mai compiute e cui le stesse indagini e le scansioni temporali ne documentavano l’estraneità;
14-Analoghe considerazioni valgono con riferimento alla posizione degli altri indagati “Francesco Saverio Palmentura; Gianluigi Patruno; Vincenzo Caterina; Michele Valente; Giuseppe Mastrorilli; Vincenzo, Domenico e Giuseppe D'Introno (rispettivamente il padre e i due fratelli di Flavio D'Introno); Anna Cannillo; Pasquale Nesta e Francesco Gadaleta.”;
15-Un’accusa alla ricerca della verità –anche nel rispetto dell’articolo 358 del C.p.p.- avrebbe dovuto esaminare le calunnie di D’INTRONO Flavio come già arrestato e condannato quale capo di organizzazione criminale dedita all’usura nell’ambito dell’operazione Fenerator nel 2007. Ciò solo avrebbe dovuto portare a una più severa valutazione delle sue dichiarazioni accusatorie. Proprio a fronte dell’assenza del Dr. NARDI dal 2006 da TRANI, la sua sicura presenza a ROMA confermavano l’estraneità assoluta del Dr. NARDI alle operazioni direttamente portate avanti da D’INTRONO e da SAVASTA, anche a ROMA, con contatti fino alla presidenza del Consiglio dei ministri e del C.S.M. (LOTTI, DAGOSTINO, PALAMARA, FERRI, ERMINI a loro dire dal 2013-2015 e oltre) senza nessun contatto con il Dr. NARDI, che dal 2006 era a ROMA;
16-L’accusa avrebbe dovuto, per semplice decenza investigativa, riconoscere come i due, SAVASTA e D’INTRONO, non avrebbero omesso di contattare, riferendo ogni particolare del contatto, se mai fossero stati in complicità con il Dr. NARDI nel ruolo che calunniosamente gli hanno attribuito. Al contrario quella realtà accertata smentiva le calunnie ed evidenziava come si trattasse delle accuse di un innocente da parte di soggetti di cui era provata, per loro stessa ammissione, la responsabilità. Finalizzata:
17-A ottenere, così come hanno ottenuto SAVASTA e D’INTRONO, immediati benefici, confessando quanto era già stato accertato a loro carico dalle indagini. Il tutto
18-Mentre l’accusa s’è accanita (e si accanisce nonostante l’evidente errore da cui è nata) contro il Dr. NARDI in misura inversamente proporzionale all’inesistenza di qualsiasi prova di reati a suo carico. Il che
19-Prova come l’azione di D’INTRONO che “in ottobre 2018 ha cominciato a collaborare, rivelando tutto ai carabinieri di Barletta”, ammettendo di avere “… consegnato circa 300mila euro in contanti a Savasta…” (circostanza ridimensionata da SAVASTA quanto all’entità della somma) è stata programmata e finalizzata, stanti gli accertati rapporti tra i due, a spacciare le affermazioni successive contro il Dr. NARDI, a ottenere benefici e impunità. Ciò avvenne – e prosegue ancora oggi - nonostante le prove acquisite al dibattimento-
20-Sfruttando la credulonità dell’accusa. Capace di credere, contro ogni evidenza che pure avrebbe avuto la possibilità di verificare, a un impostore quale D’INTRONO, di avere consegnato “…un milione e mezzo di euro, comprensivo di regali materiali, a Nardi», aggiungendo che SAVASTA in particolare, avrebbe «gestito, su specifico mandato di Nardi, una serie innumerevole di procedimenti artatamente creati e gestiti al fine di favorire il D’Introno sia nel processo Fenerator che in altri procedimenti penali». Le affermazioni di D’INTRONO,
21-A fronte dell’inesistenza di contatti tra il Dr. NARDI con D’INTRONO e SAVASTA, le calunnie di costoro contro il primo, si rivelano programmate per coinvolgere, nelle vicende riguardanti D’INTRONO, SAVASTA, DAGOSTINO, ecc., il Dr. NARDI calunniandolo e acquisendo, sulle calunnie confermate da SAVASTA, quel trattamento di favore ottenuto da entrambi, D’INTRONO e SAVASTA dopo i contatti diretti, mai mediati né comunicati dal e al Dr. NARDI, a ROMA con LOTTI, PALAMARA, FERRI, ERMINI. Con le false accuse al Dr. NARDI nei confronti del quale si aggiungevano le manovre, nello stesso periodo, che hanno portato a sottrarre allo stesso e al Tribunale di ROMA il fascicolo delle indagini compiute nei confronti di OLIVETI/ENPAM, AURELI/segretaria di costui, CREMONINI/CONIT, già inviato, fin dal 12 Aprile 2019, al Tribunale di ROMA con richiesta di indicazione dell’udienza di trattazione; a sterilizzare fino a farla sparire l’ulteriore indagine sollecitata e concordata con il procuratore capo Dr. PIGNATONE e l’aggiunto Dr. CUCCHIARI, il 7 Novembre 2018 ( Vrf. la copia alla pagina seguente).
22-In questo quadro si rivelano assolutamente frutto di calunnie quelle definite come dichiarazioni “confessorie”” di DINTRONO contro il Dr. NARDI, fino alla più ridicola secondo la quale sarebbe stato il Dr. NARDI, a ROMA dal 2006 come accertato. Mentre
23-E’ altrettanto certo come SAVASTA e D’INTRONO, non hanno mai contattato il Dr. NARDI nel corso delle loro incursioni nella capitale, alla presidenza del consiglio dei ministri e/o al C.S.M., sfruttando gli interventi di DAGOSTINO (direttamente e per anni beneficato da SAVASTA sempre pubblico ministero a TRANI) presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, e LOTTI per «introdurre il D’Introno a Savasta e a chiedergli di occuparsi delle vicende che riguardavano D’Introno».
24- D’INTRONO, con l’attitudine a imposturare del ricattatore anche ai danni dei propri familiari, come ha testimoniato la sorella, richiamò alla “… conoscenza delle indagini in corso presso la Procura di Lecce da parte di Nardi sin dal gennaio 2016, epoca certamente antecedentemente a quella della notifica dell’avviso di proroga delle indagini avvenuta il 28 settembre 2016…”.
25-Quella circostanza, prova ulteriormente il mendacio ai danni del Dr. NARDI: Perché se mai avesse avuto un barlume di veridicità ciò avrebbe determinato SAVASTA e D’INTRONO a parlarne nel corso dei loro accessi a ROMA, con DAGOSTINO sicuramente beneficato da SAVASTA e raccomandato da RENZI padre, e per questo accolto da LOTTI alla presidenza del Consiglio dei ministri e introdotto al C.S.M.
26-Tali incontri sono collocati nel 2015 quando il Dr. NARDI era da UNDICI ANNI A ROMA. E che se mai avesse avuto anche solo un rapporto di cordialità con SAVASTA e D’INTRONO costoro non avrebbero mancato di utilizzarlo in occasione delle visite nella capitale. L’AVERNE OMESSO ANCHE SOLO UN ACCENNO E’ LA CONFERMA – CON LA SMENTITA DI LOTTI – DELL’INTERO RACCONTO DI SAVASTA e D’INTRONO. Che avrebbe dovuto portare alle verifiche della capacità di questi ultimi a imposturare. Profittando della credulità incontrata negli organi inquirenti di Lecce. Dai carabinieri a chi avrebbe avuto il dovere istituzionale “…di svolgere altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini…” (Art. 358 C.p.p.).
27- Contravvenendo a tale dovere, un pubblico ministero che fosse stato, come per Legge “indifferente” al risultato del processo e costituendosi come rappresentante nell’interesse dello Stato e dunque, come organo dello Stato di giustizia, è obbligato a raccogliere qualunque elemento in grado di consentire la corretta ricostruzione della verità processuale di non avrebbero omesso di parlarne. Specie a fronte degli elementi evidenziati, facilmente rilevabili favorevoli all’indagato.
28-Ciò avrebbe richiesto solo di confrontare le date della partenza da TRANI del Dr. NARDI nel 2006; la gestione da sempre autonoma e criminale di SAVASTA e D’INTRONO degli affari con altri e importanti interlocutori persino al C.S.M. e in presidenza del Consiglio dei Ministri con LOTTI, con le smentite di quest’ultimo; con la decisione dei complici SAVASTA e D’INTRONO, una volta scoperti, di attribuire all’innocente Dr. NARDI, fatti gestiti direttamente dai due con altri soggetti, complici o meno.
29-E ciò rendeva da subito evidente come fosse un capolavoro di impostura di D’INTRONO l’attribuzione al Dr. NARDI di fantastici “…rapporti con la massoneria e con i servizi segreti. In particolare, il magistrato ora in servizio come pm a Roma avrebbe utilizzato queste sue conoscenze per costringere l’imprenditore coratino a dargli i soldi che chiedeva: «...o mi dai due milioni di euro e vieni assolto o questa è la tua foto... io ho fatto queste indagini grosse al vaticano... al Gladio... e tu te ne vai...». Le false accuse sono ormai da decenni in ITALIA condite dai riferimenti a “massoneria…servizi segreti” e simili. E non potevano mancare nei riferimenti imposturanti di D’INTRONO mentre operava con SAVASTA e provvedeva a estorcere soldi al padre, al fratello e alla sorella. Come risulta dagli accertamenti che l’accusa avrebbe facilmente dovuto svolgere nel rispetto dell’art. 358 C.p.p..Al contrario furono accreditate dall’accusa
30-Le false accuse di D’INTRONO e SAVASTA contro il DR. NARDI. Eppure si rivelano da subito come calunnie di un consumato affabulatore a fini estorsivi. Condite da richiami a entità che in Italia affascinano in ogni ambiente, specie giornalistico-investigativo-giudiziario. Con scarso senso del ridicolo.
31-Ma, nella specie, furono sicura fonte di benefici per i D’INTRONO- “pentito” di turno. In barba alla giustizia, al più elementare senso logico, e alle risultanze investigative. Tutte confermanti l’estraneità del Dr. NARDI ai reati commessi da D’INTRONO e SAVASTA. Che li hanno ammessi in quanto provati. E calunniando il Dr. NARDI hanno compiuto la classica azione di chi, scoperto come responsabile di reati, vende un innocente e ottiene dei benefici;
32-Nella specie le accuse contro il Dr. NARDI risultano smentite dalle stesse dichiarazioni di DAGOSTINO nella parte in cui riferisce degli interventi effettuati a ROMA su richiesta diretta di SAVASTA e “tramite Tiziano Renzi“. Sarebbe stato il padre dell’ex presidente del Consiglio a combinare l’incontro tra l’imprenditore toscano Luigi Dagostino, l’allora pm di Trani Antonio Savasta e l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio avvenuto a Palazzo Chigi il 17 giugno 2015;
33- Interrogato nell’aprile 2018, DAGOSTINO riferì di aver chiesto a Tiziano Renzi di incontrare Lotti perché il pm SAVASTA aveva in mente un disegno di legge sui rifiuti a Roma. In realtà, secondo quanto emerso dall’inchiesta della procura di Lecce che ha portato all’arresto dello stesso SAVASTA, fu costui, direttamente e senza ricorso ad altri, meno che mai al Dr. NARDI, a richiedere a DAGOSTINO quell’incontro perché aveva procedimenti disciplinari e penali a suo carico e voleva trasferirsi a Roma. In cambio, SAVASTA p.m. a TRANI (il Dr. NARDI già dal 2006 s’era trasferito a ROMA) non indagò mai DAGOSTINO nell’ambito dell’indagine per false fatturazioni per circa 5-6 milioni di euro relative proprio alle sue imprese. Sul punto LOTTI è stato successivamente sentito due volte, ad aprile e a maggio 2018: le sue risposte sono state viziate da almeno cinque “non ricordo”, per esempio sui presenti a quell’incontro e sul motivo della loro visita a Palazzo Chigi;
34-SAVASTA ottenne così, senza alcun intervento del Dr. NARDI il trasferimento dalla procura di Trani a ROMA nel 2017. Lo rileva il gip di LECCE, Giovanni Gallo, nell’ordinanza che ha portato alle misure cautelari e nella quale si sottolinea che SAVASTA, “consapevole della pendenza a suo carico sia di procedimenti disciplinari” che “penali”, “aveva “urgente necessità di allontanarsi al più presto da Trani e ottenere un incarico a Roma, incarico rispetto al quale l’incontro con Lotti aveva una specifica connessione strumentale”.
35-Dopo LOTTI, SAVASTA, sempre con entrature dirette e nessun contatto con il Dr. NARDI, chiederà e otterrà nel dicembre 2016 un altro incontro a Dagostino: quello con Giovanni Legnini, all’epoca vicepresidente del Csm ed ex sottosegretario all’Economia sotto il governo Renzi. Mentre era ancora pendente a suo carico il procedimento disciplinare;
36-“Risulta evidente”, scrive il gip in merito all’incontro con LOTTI, “che DAGOSTINO fissò questo appuntamento a SAVASTA su richiesta di quest’ultimo, così procurandogli un’indebita utilità“. Nel frattempo, sottolinea ancora il giudice nell’ordinanza, SAVASTA gestiva le indagini sulle fatture false in cui l’imprenditore DAGOSTINO “emergeva quale figura principale nell’organizzazione della illecita condotta e che neppure venne mai indagato da SAVASTA, grazie ad un continuo susseguirsi di omissioni e di iniziative volte a sviare l’attività di indagine con il precipuo scopo di favorire DAGOSTINO”.
37-Nel nel provvedimento di cattura contro il Dr. NARDI si richiamano le agende di Luigi DAGOSTINO, imprenditore barlettano ex socio dei genitori di Matteo RENZI, con le annotazioni delle presunte tangenti e ogni appuntamento anche con i RENZI, il sottosegretario Luca LOTTI e con l’ex vicepresidente del Csm Giovanni LEGNINI.
38-Vennero definite “Annotazioni puntuali e metodiche” dal gip nelle 862 pagine dell’ordinanza, sui contatti e rapporti con il pm SAVASTA, con l’avvocato tranese Sfrecola, con l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca LOTTI, con Tiziano RENZI e anche con l’allora vicepresidente del Csm, Giovanni LEGNINI.
39-I dettagli originati dall’analisi delle agende di DAGOSTINO sono stati poi incrociati con l’esito delle intercettazioni e le dichiarazioni rese durante le indagini. Gli inquirenti ricostruirono l’incontro a Palazzo Chigi del giugno 2015 tra DAGOSTINO, il commercialista Roberto Franzè, SAVASTA e LOTTI e i rapporti dello stesso DAGOSTINO con Tiziano RENZI, che nel Luglio e nel Settembre dello stesso anno si recò in Puglia in sua compagnia per riunioni e cene;
40-Il tutto conferma, anche attraverso quanto esposto nel provvedimento di cattura contro il Dr. NARDI come lo stesso è stato vittima delle calunnie di D’INTRONO e SAVASTA, nel quadro di una strategia elaborata dai due, salvo altri, per ottenere, come hanno ottenuto, immediati benefici.
41-E conferma come l’acritica cattura prima e la prosecuzione della detenzione avrebbero, così come hanno avuto, la connotazione di tortura a fini confessori del Dr. NARDI con oggettivi benefici per coloro (OLIVETI, AURELI, CREMONINI e gli altri con costoro associati) per i quali aveva chiesto la fissazione di udienza dinanzi al Tribunale di ROMA fin dal 12 Aprile 2018. E la sterilizzazione a oggi delle indagini sugli altri associati.
42-Il collegamento tra le due vicende è reso possibile dopo la lettura, il 23 Giugno 2019, delle dichiarazioni di D’INTRONO riportate dalla stampa sulle cene romane con l’ex ministro Luca LOTTI e con l’ex leader dell’Anm, Luca PALAMARA, per sistemare i guai disciplinari dell’ex pm Antonio SAVASTA. D’INTRONO, in sede di “incidente probatorio” avrebbe riempito altri quattro verbali con chi a Lecce conduce le indagini sul «sistema Trani» attuato da lui stesso e SAVASTA secondo le risultanze sopra richiamate dell’indagine di LECCE. D’INTRONO quindi avrebbe fatto i nomi di altri quattro giudici del circondario di Bari cui dice di aver dato denaro, ma ha tirato fuori anche un’altra suggestione: Avrebbe aiutato SAVASTA ad «agganciare» LOTTI e avrebbe cenato anche con lui e con PALAMARA, l’allora componente del Csm finito al centro del c.d. scandalo di Perugia e P.M. presso la procura della Repubblica di ROMA.
43-D’INTRONO nel suo racconto al procuratore di Lecce, avrebbe parlato delle cene con dovizia di particolari, fornendo i nomi dei locali e illustrando una serie di circostanze. Spiegando ad esempio che a LOTTI sarebbe arrivato tramite alcuni suoi facoltosi clienti di ROMA (D’INTRONO all’epoca vendeva piastrelle e tra “i facoltosi clienti di ROMA” potrebbero esserci stati la Fondazione ENPAM di OLIVETI & associati e, in particolare, Alessandra MAGNANTE, CUGINA DELLA SEGRETARIA DEL PRESIDENTE E ACQUIRENTE DELL’ABITAZIONE DEL DR. MARANDO?). Sempre D’INTRONO ricorda che in almeno una occasione a quegli incontri avrebbe partecipato anche Cosimo Ferri, magistrato, oggi deputato Pd e leader di Magistratura Indipendente, la corrente cui apparteneva lo stesso Nardi (SICURAMENTE ASSENTE E SICURAMENTE CALUNNIATO COME LA SUA ASSENZA CONFERMA). Cene che sarebbero servite per salvare SAVASTA, alle prese con una serie di contestazioni in sede disciplinari nate dai procedimenti penali per l’acquisto della masseria San Felice di Bisceglie e da almeno mezza dozzina di esposti anonimi. Cene in cui PALAMARA, all’epoca dei fatti componente del Csm, secondo D’Introno si sarebbe mostrato «malleabile».
45-Il fatto che le “nuove” dichiarazioni di D’INTRONO furono smentite sia da LOTTI che da PALAMARA i quali hanno dichiarato di non avere mai conosciuto D’INTRONO, dovevano essere valutate almeno sotto due profili:
46-Se corrispondenti alle ultime calunnie propalate da D’INTRONO le smentite di LOTTI e PALAMARA confermano ulteriormente l’assoluta inattendibilità di D’INTRONO, e del suo complice SAVASTA in questa vicenda. E confermavano l’estraneità alla stessa del Dr. NARDI, calunniato da SAVASTA e D’INTRONO;
47-Collocate nell’attitudine di D’INTRONO a calunniare, con il complice SAVASTA, innocenti per ricavare o fare ricavare benefici giudiziari per quanto qui interessa, quelle stesse calunnie possono essere esaminate come richieste od offerte nel quadro di azioni per portare all’annullamento, nei termini evidenziati, dell’azione del Dr. NARDI, nonostante il visto del procuratore capo dr. PIGNANTONE e dell’“aggiunto” dr. CUCCHIARI;
48-In ogni caso un innocente è stato arrestato e messo in carcere per indagini grossolane fondate da accrediti incredibili alle calunnie di SAVASTA e D’INTRONO.
49-Smentite, prima dell’arresto, dai fatti accertati e sopra riportati.
50-Smentite, nonostante gli affannosi tentativi per accreditarli dall’accusa che avrebbe avuto la possibilità di dimostrare di esserne stata vittima sia pure ai danni del Dr. NARDI, dei familiari dello stesso D’INTRONO.
51-Tutti costretti ad affrontare un processo nascente da calunnie, espresse in accuse prive di elementi di valore instrinseco e senza rilevare l’inesistenza di elementi oggettivi di riscontro. A fronte di realtà comunque confliggenti con le calunnie anche e soprattutto dopo che a quelle di D’INTRONO si sono aggiunte, con sospetta puntualità, quelle di SAVASTA, il p.m. di TRANI che ha seguito e protetto D’INTRONO ricavandone benefici nel corso degli anni.
52-La falsità delle accuse di SAVASTA e D’INTRONO è emersa in maniera definitiva dinanzi al Tribunale di Lecce nel corso delle udienze. Così come è emersa la grossolanità delle indagini preliminari svolte. A senso unico e senza riguardo a quanto prescritto dall’art. 358 C.p.p. per verificare la reale posizione del Cittadino innocente.
53-Così come è emersa l’omessa valutazione di come le calunnie di D’INTRONO in realtà confermavano solo l’esistenza di un sodalizio illegale di costui con il magistrato Antonio SAVASTA, suo unico referente P.M. a TRANI secondo le prospettazioni dell’accusa nel periodo precedente all’arresto di SAVASTA a Gennaio 2018. Dopo che D’INTRONO aveva accusato, maldestramente per qualsiasi logica e di fatto valutazione di quelle accuse, il Dr. NARDI;
54-Omettendo, la stessa stampa, di evidenziare come dal 2006 il Dr. NARDI s’era trasferito da Trani a ROMA;
55-Omettendo quella stampa (Repubblica, Messaggero, Avvenire, Tempo….) che ne aveva scritto in numerosi servizi dal 2012, di richiamare, anche in un solo inciso, i servizi giornalistici relativi a conferenze di alto livello culturale ed eventi cui ha sempre partecipato il P.M. Dr. NARDI pubblicati in precedenza. Prova di attività culturali oltre che professionali che collocano il Dr. NARDI a distanza siderale da SAVASTA, D’INTRONO e dagli interessi comuni reali di questi ultimi;
56-Omettendo di evidenziare, la stampa altrove e altrimenti “garantista”, come il Dr. NARDI sia stato sottoposto a una forma inammissibile di pressione (tortura) per costringerlo a “confessare” quanto attribuitogli nelle calunnie di SAVASTA e D’INTRONO, puntando su un suo crollo fisiopsichico per ottenere, con una sua confessione, una prova che supplisca all’inesistenza di una sua qualsiasi responsabilità;
57-Come si ricavava facilmente dalla valutazione logico-giuridica delle calunnie di SAVASTA e D’INTRONO al Dr. NARDI. Valutazione facilmente effettuabile ponendo in comparazione tutti gli elementi ivi contenuti e la realtà esaminata. E che avrebbe dovuto portare l’accusa a richiedere la scarcerazione del Dr. NARDI per la scoperta di come fosse stato calunniato. Invece che formulare la richiesta – unica in casi simili nella storia giudiziaria italiana – di proroga ulteriore della carcerazione del Dr. NARDI fino al 14 Ottobre 2019.
58-Il tutto già evidenziava gli elementi certi dell’accordo tra SAVASTA e D’INTRONO, nella consapevolezza delle proprie responsabilità concorrenti e delle prove incontrovertibili delle stesse, nel predisporre e gestire un piano per scaricare sul Dr. NARDI, a ROMA già dal 2006, totalmente estraneo alle imprese dei due, accusandolo come organizzatore del loro sodalizio e ottenere immediati benefici;
59-Il piano riuscì perfettamente. D’INTRONO conseguì la sospensione dell’esecuzione della sentenza definitiva di condanna e per SAVASTA immediati arresti domiciliari. Il Dr. NARDI totalmente estraneo ai reati dei due e protestante la propria innocenza venne lasciato in carcere reiterando proroghe degli arresti;
60- Eppure dagli atti risultava come “dalle contestazioni disciplinari Savasta sia sempre uscito indenne. Archiviato il procedimento per l’acquisto della masseria (quello con il contratto scritto su carta intestata della Procura di Trani) dopo l’assoluzione in sede penale, archiviato quello del 2016 per la gestione dei fascicoli riguardanti la famiglia D’Introno dopo che il pm aveva chiesto il trasferimento come giudice a Roma. Il primo fascicolo è stato recentemente riaperto, dopo che le sezioni unite della Cassazione hanno accolto il ricorso della Procura generale: e dunque, se l’accettazione delle dimissioni arrivate a febbraio non arriverà prima, Savasta (oggi ai domiciliari) dovrà difendersi davanti al Csm per la vicenda del resort di lusso di Bisceglie.”;
61-“Dalle indagini era già emerso che Savasta, tramite l’ex re degli outlet Luigi DAgostino, era riuscito a ottenere un appuntamento con Lotti a Palazzo Chigi. Apparentemente senza esito. Ma nelle oltre 30mila pagine di atti depositati dalla Procura di Lecce ci sono anche numerose tracce di contatti con il mondo della politica e i vertici del sistema giudiziario.”;
62- Mentre “a carico del Dr. NARDI” «Si è potuto riscontrare - scrivono i carabinieri nella loro informativa - che il Nardi intrattiene rapporti confidenziali con alcuni esponenti del Csm nonché con alti funzionari del ministero della Giustizia tra cui il sottosegretario Ferri»;
63-Un elemento ulteriore che conferma l’estraneità del Dr. NARDI a qualsiasi illecito e la sua totale estraneità ai reati della coppia D’INTRONO-SAVASTA non valutata dall’accusa: “…Il 13 settembre 2016, ad esempio, Nardi chiama il giudice Antonio De Luce, all’epoca in corsa per la nomina a presidente del Tribunale di Trani (e assolutamente estraneo all’indagine e a qualunque altro coinvolgimento): «Volevo dirti che ho saputo da fonte molto attendibile che tu stai in buona posizione per Trani eh! (...) Quindi volevo sapere, se tu vuoi, io ti vorrei far incontrare una persona che ti può essere insomma... ti può dare una mano». L’incontro di cui si parla non avverrà, e in una conversazione successiva, il 20 settembre, sempre Nardi riferirà al giudice che «ci sono dei tentativi di inserimento proposti da Md». Il 4 ottobre, il giorno della votazione, è De Luce a chiamare Nardi e chiedergli l’esito della votazione»: «È andata bene, 4 a 2», è la risposta di Nardi che all’epoca era ispettore al ministero. E che poi, al momento dell’ufficializzazione della nomina, chiamerà il giudice per fargli gli auguri. Le conversazioni con De Luce, sottoposte al vaglio della Procura di Lecce, sono state ricondotte nell’alveo di normali rapporti tra colleghi,…”. Esaminati evidentemente almeno dal “13 settembre 2016” senza che risultasse e risulti nulla di illecito;
64-E’ la conferma insieme della correttezza e incensurabilità dei comportamenti del Dr. NARDI. Con la rivelazione di come SAVASTA ha imposturato le responsabilità proprie e di D’INTRONO calunniando il Dr. NARDI che su sua richiesta aveva cercato di aiutarlo: “…Dalle intercettazioni emerge pure che Nardi si rivolge a Ferri per… Savasta, proprio alla vigilia del procedimento disciplinare che riguarda i fascicoli della famiglia D’Introno. «Michele - annotano i carabinieri - gli anticipa di aver saputo che il Csm è male intenzionato nei suoi confronti e nei confronti di Scimè consigliandogli pertanto di chiedere un trasferimento a Roma».”. E’ l’ulteriore conferma dell’estraneità del Dr. NARDI alla gestione degli affari tra SAVASTA e D’INTRONO e di come l’intervento al CSM riguardi solo la posizione di SAVASTA concluso con un suggerimento amichevole e non criminalizzabile;
65-La falsità ulteriore delle dichiarazioni di SAVASTA e D’INTRONO contro il Dr. NARDI è fornita dalla SMENTITA DI LOTTI - «Non ho mai conosciuto e quindi mai incontrato l’imprenditore Flavio D’Introno: scrivere di un nostro incontro romano è semplicemente una bugia colossale. Ho dato mandato ai miei legali per tutelare la mia immagine da questa, ennesima, falsità»: è quanto scrive Luca Lotti in una nota stampa;
66-Il che avrebbe dovuto suggerire una più approfondita indagine sui rapporti tra LOTTI, SAVASTA, D’INTRONO e tra quest’ultimo ed eventualmente SAVASTA con gli “amici romani clienti di D’INTRONO” venditori di piastrelle. Anche solo per verificare le ragioni delle affermazioni di D’INTRONO in merito. Che, con riferimento alla valutazione della credibilità delle dichiarazioni accusatorie dello stesso D’INTRONO, si ripete, non sono liquidabili con uno “… «Smentiamo che le cene facciano parte dell’inchiesta»…”;
palamara67-Tanto più considerando la smentita proviene anche dal Dr. PALAMARA: «NON C'È STATA ALCUNA CENA» - “…I legali del magistrato Luca Palamara, gli avvocati Benedetto e Mariano Marzocchi Buratti, facendo riferimento all’articolo pubblicato ieri su «La Gazzetta», scrivono: «Secondo quanto riportato nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria tale D’Introno avrebbe dichiarato di aver cenato con il nostro assistito Dott. Luca Palamara. La circostanza, definita una suggestione, è destituita del benché minimo fondamento». E i legali, nel «riservarsi ogni azione a tutela dell’onorabilità» del loro assistito e nel richiedere «la pubblicazione della presente smentita con pari risalto», precisano che Palamara «non ha avuto frequentazioni con D’Introno e con gli altri astanti».”;
68-Ulteriore conferma delle falsità della coppia D’INTRONO-SAVASTA contro il Dr. NARDI e della correttezza del comportamento di quest’ultimo a fronte di richiesta di aiuto di un “collega” è fornita dallo stesso SAVASTA quando afferma fra l’altro, in sede di INCIDENTE PROBATORIO, «Anche Seccia aiutò D’Introno. Nardi intervenne per me sul Csm». A conferma della correttezza assoluta, sempre, e della generosità del Dr. NARDI. E della differenza della valutazione delle imposture di SAVASTA nei termini “…«Anche Seccia aiutò D’Introno.…” rispetto a quanto operato e tutt’ora si opera nei confronti del Dr. NARDI successivamente a quanto rilevato ed evidenziato dallo stesso, con l’accordo del Dr. PIGNATONE e del Dr. CUCCHIARI il 7 Novembre 2018;
69-Furono gravissimi ed evidentemente persecutorii l’insorgere, la proroga e il perdurare della carcerazione del Dr. NARDI sulla base delle dichiarazioni accusatore di D’INTRONO, sprovviste di elementi oggettivi di riscontro e smentite da fatti incontrovertibili come il trasferimento e presenza a Roma del Dr. Michele NARDI dal 2006, mentre altrove operavano lo stesso D’INTRONO e SAVASTA, subito dopo il loro arresto beneficiati da provvedimenti giudiziari ottenuti accusando il Dr. NARDI.
Che attende serenamente la conclusione del processo dove ha fornito, da ultimo nell’udienza del 6 Novembre 2020, le prove definitive della falsità dell’accusa. Come racconteremo nella prossima puntata.
Lecce 10 Novembre 2020 Nicola Scali